sabato 8 novembre 2014

CHERYL STRYED: PICCOLE COSE MERAVIGLIOSE - Recensione di EMME X

VOTO 3.5 su 5
SCHEDA TECNICA
Autore: CHERYL STRAYED
Titolo: PICCOLE COSE MERAVIGLIOSE
Editore: PIEMME VOCI
Data pubblicazione: 2014
Genere: SAGGIO (aggiungere anche un po' BIOGRAFICO)
Pagine: 364

Sinossi
Oggi la vita di Cheryl è fatta di cose belle: ha il lavoro che le piace, un marito che ama e che la ama, e due figli. Ma la strada per arrivare lì è stata lunga, gli anni della gioventù burrascosi e costellati di episodi drammatici, primo fra tutti la perdita della mamma a vent'anni. Cheryl ha attraversato quel dolore fino all'ultimo confine, senza rinnegarlo, e distillandone piccole cose meravigliose, come gioielli usciti dal fuoco. Piccoli rimedi al caos che condivide con tutti coloro che si rivolgono a lei per chiederle consiglio. Sono pagine traboccanti di comprensione e umanità, di umorismo e calore, che illuminano anche i momenti più cupi e danno la tangibile sensazione che nessun antro in cui il dolore ci confina è così oscuro da non lasciar passare un raggio di sole.

La mia recensione

La trama è un po’ fuorviante. In realtà questo non è un romanzo, ma una raccolta di e-mail con relativa risposta, consiglio, suggerimento o parere personale. Si tratta infatti di una reale rubrica in cui l’autrice Cheryl Strayed, con lo pseudonimo di Sugar,  risponde alle lettere che riceve. Tutto questo avviene tramite una rivista online “The Rumpus”, in cui la gente le chiede consigli su svariati argomenti. A scriverle sono persone di ogni età, non c’è un categoria standard. Sugar ha il dono dell’empatia, riesce a immedesimarsi completamente tra i problemi dei suoi fans. Risponde a lettere di ogni genere. Alcune parlano di avventura e di amore, altre di perdita e lutto, e altre ancora di problemi economici o familiari, sessualità confuse, traditi e traditori, vittime di abusi ecc. La rubrica Dear Sugar è, per l’autrice, una fida che deve risvegliare il suo interesse e toccarla o incuriosirla in qualche modo. Mi ha colpito la schiettezza con cui risponde: non usa giri di parole, và dritta al punto nel bene o nel male. Vista la diversità dei consigli chiesti, è quasi impossibile non imbattersi in una lettera e dire: “questa sembra che l’abbia scritta io”. Nelle risposte, a volte lunghe, altre brevi, troviamo un po’ della vita di Cheryl, lei stessa si mette a nudo, raccontando episodi del suo passato o del suo presente attinenti all’argomento della lettera in questione. Scopriamo che ha avuto un passato difficile, un matrimonio fallito alle spalle, un pessimo rapporto con il padre e la morte prematura della madre l’ha segnata profondamente. Oggi ha una vita soddisfacente, due figli ed è sposata con il “Signor Sugar” (come lo chiama lei), con cui ha un buon rapporto e un’ottima sintonia. Evidentemente la rubrica di Sugar ha avuto successo, le sue parole, i consigli, la determinazione con cui risponde piacciono ai lettori della rivista. Attraverso le sue esperienze, tramite la sua disponibilità a mettersi in discussione parlando di sé, è riuscita a farsi apprezzare. Si evince chiaramente che le risposte non sono buttate a caso, ma l’autrice riflette prima di pronunciarsi, soprattutto quando queste trattano argomenti delicati e particolarmente complessi. Ho riscontrato diverse frasi interessanti, semplici eppure incisive nel loro significato.
Dopo aver selezionato una serie di lettere inviate via e-mail, Cheryl, attraverso le sua risposte, è riuscita a tramutare il tutto in un libro.  Ogni lettera è firmata in modo anonimo con uno pseudonimo che riguarda il problema trattato, ad esempio: Soffocato, Spaventata e confusa, Alle prese con un divorzio, Desiderosa di sottomettersi, Sovrano di un impero caduto, Machecazzo, Sconcertato, Addolorata e arrabbiata, Depositario, Assillata, Insufficiente, Disperato, Papà morto vivente, Combattuto e turbato … ecc…
La lettera che mi ha colpito maggiormente, è una delle prime. Una ragazza le scrive di essere rimasta incinta e, sebbene non fosse una gravidanza “cercata”, lei e il suo ragazzo volevano tenere il bambino. Al sesto mese però ha abortito spontaneamente. Questa situazione l’ha devastata, si sente in colpa, pensa ogni giorno a come sarebbe stata la sua bambina. Vede gente incinta e bambini ovunque e deve “fingere” di essere felice per loro. I suoi parenti e conoscenti pensano che ormai abbia superato il lutto e finge che tutto vada bene, anche con il suo fidanzato. Lui vorrebbe sposarsi e fare un altro figlio, ma lei vorrebbe tirargli un pugno in faccia perché non soffre come sta soffrendo lei. Sommersa dai sensi di colpa, vuole sapere come fare a non sentirsi come se avesse ucciso la sua bambina. La lettera è firmata “Intrappolata”.
La risposta di Sugar è cruda e commovente allo stesso tempo. Parafrasandola, dice così: “Cara Intrappolata, mi dispiace terribilmente che la tua bambina sia morta. Riesco a sentire il tuo dolore attraverso lo schermo del computer. Non ascoltare le persone che ti dicono che dovresti aver “superato” la morte della tua bambina. Alcuni di loro sono convinti di aiutarti minimizzando il tuo dolore. Loro vivono sul Pianeta Terra. Tu vivi sul Pianeta La Mia Bambina È Morta. Ma non sei sola, ci sono donne che si sono tormentate che temono possano aver causato la morte dei loro bambini. Tu devi trovare queste donne. Loro sono la tua tribù. Il potere curativo dello scambio con qualcuno che capisce esattamente quello di cui stai parlando perché ha fatto la tua esperienza non può essere sottovalutato. Chiama ospedali, consultori, gruppi di sostegno, comunità online dove puoi confrontarti con persone con cui non devi fingere. E smettila di fingere con il tuo magnifico ragazzo. Digli che vorresti tirargli un pugno in faccia e spiegagli perché. Chiedigli cos’ha da dire sulla morte di vostra figlia e ascolta la sua esperienza. Consulta un terapeuta e prendi appuntamento oggi stesso. Dovrai lavorare duro, molto duro per arrivare alla guarigione, ma puoi farcela. La tua capacità di raggiungere la meta è evidente in ogni tua parola, brillante stella di sofferenza”. Poi racconta una sua esperienza lavorativa con delle ragazze problematiche in una scuola media. E continua: “Non smetterai mai di amare tua figlia. Non la dimenticherai mai. Saprai sempre il suo nome. Ma lei sarà sempre morta. Nessuno può intervenire per rimettere le cose a posto, e nessuno lo farà. Nessuno può riportarla indietro. Nessuno ti proteggerà dalla sofferenza. Non puoi dimenticarla piangendo né mangiando o digiunando, non puoi lasciartela alle spalle né allontanarla. C’è, e tu devi sopravvivere. Devi sopportarla. Devi conviverci, amarla e andare avanti ed essere migliore”.
Questa situazione mi ha fatto venire i brividi, forse perché sono una madre e mi ha toccata profondamente. Naturalmente ci sono lettere più leggere e altre complesse. Alcune divertenti, altre fastidiose. Ho dato solo 3.5 per questo libro, perché metà delle lettere e delle risposte non mi sono piaciute, non mi hanno scalfito minimamente ed è stato anche difficoltoso leggerle. L’altra metà, invece, mi ha sorpresa, incuriosita, coinvolta e sono state una piacevole lettura.
Tutto sommato, mi sento di consigliare questo libro perché tratta talmente tante esperienze di vita che, sicuramente, in una di queste c’è anche la vostra!



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