martedì 26 luglio 2016

Christian Frascella: Brucio (Mondadori)


Autore: Christian Frascella
Titolo: Brucio
Editore: Mondadori
Genere: Romanzo thriller
Anno di pubblicazione: 2016
Pagine: 343
Prezzo cartaceo: € 17,50

SINOSSI
“Il fuoco. La stanza invasa dalle fiamme, le grida, la paura. Ogni rumore crepita nelle orecchie come legna spezzata da un calcio. Il fumo mi annebbia la vista. Le narici invase, il respiro sempre più corto, disperato. Non riesco a gridare, ci provo, ma non riesco. Cerco mia madre, cerco mio padre, cerco Anna.”

L’incendio di quella notte gli ha sfigurato il volto e si è portato via tutto. Di quel Tommy bambino non è rimasta che l’ombra, l’unica cosa di cui gli altri non sembrano aver paura, provare ribrezzo. Da allora Tommy passa da una famiglia affidataria all’altra, su e giù per l’Italia. Ogni volta, però, insieme a lui arrivano le complicazioni. Del resto, se hai una faccia come la sua, non puoi “che essere un poco di buono, un delinquente, un ladro, un potenziale omicida”. E poi la gente ha un bel dire che l’aspetto non conta.
Magari andrà meglio stavolta, ora che è approdato in un paesino di provincia come ce ne sono milioni, rassicurante: “Case attaccate a case, palazzi che si strusciano con altri palazzi, e strade che ti ributtano sempre verso il centro casomai dovessi perderti”. E che ad accoglierlo ci sono i Cotta, brave persone: madre avvocato, padre pompiere, un figlio diciassettenne suo coetaneo.
Ma quando i guai li hai cuciti addosso c’è poco da fare. Succede così che, a poche ore dal suo arrivo, Tommy assista per caso a un rocambolesco tentativo di furto in un negozio e che venga arrestato da un ispettore di polizia in pattuglia che lo crede coinvolto, e che da quel momento gli darà il tormento.
A scuola non va certo meglio, ma almeno lì c’è Sally, occhi scuri e l’aria di una “come di passaggio”, che “un attimo c’è, un attimo dopo potrebbe non esserci”. Conoscerla per Tommy è come tornare a respirare. Con lei accanto il futuro fa meno paura e tutto sembra possibile. Anche per lui. Se solo non fosse la nipote dell’ispettore che l’ha arrestato quella notte. E se solo quel tranquillo paesino a due passi da Asti in cui tutto sembra perfetto non nascondesse mostruosità che proprio lui si ritroverà, suo malgrado, a svelare.
Con Brucio, Fascella sonda il labile confine tra giovinezza ed età adulta, tra ingenuità e colpa, tra la luce della purezza e l’ombra della corruzione. E ci regala un personaggio meravigliosamente complesso, negli eccessi così come nelle fragilità, strafottente e coraggioso nel suo tener testa a un destino che con lui – non c’è dubbio – ha picchiato veramente duro.

Qui siamo davanti a un capolavoro della letteratura. Una storia che, con il suo stile accattivante e incisivo, coinvolge fino alle ultime pagine.
Tommaso Silvestre è un diciassettenne problematico, soprattutto perché i guai lo trovano sempre. Sette anni prima ha perso la sua famiglia in un incendio e lui è l’unico sopravvissuto. Le fiamme hanno deturpato il suo corpo, il suo viso ma, soprattutto, la sua anima. Chiunque lo incontri, manifesta espressioni di ribrezzo, definendolo “mostro” e chi più ne ha più ne metta. Inutile dire che ciò che conta è l’aspetto interiore perché, invece, la maggior parte della gente si ferma all’apparenza.

È così che si sente Tommy, un emarginato. Nel suo futuro vede una vita da eremita.
“Non ho quasi pensieri, e ho un solo desiderio: compiere diciott’anni, trovarmi un lavoro e vivermene per i fatti miei”.
In quei sette anni ha cambiato spesso istituto e famiglie affidatarie: adesso è arrivato a casa Cotta. Franco, il capofamiglia, è un pompiere. È colui che concilia. Spegne le fiamme, ma anche gli animi accesi, con la sua parola buona sempre disponibile. Stefania è la moglie, avvocatessa con gli attributi, colei che realmente comanda in famiglia. Poi c’è Andrea, il loro figlio e coetaneo di Tommy. Un ragazzo semplice, senza grandi prospettive che riesce a legare con il nuovo arrivato. I due instaurano una buona sintonia.
Tommy non è abituato ad avere amici e dell’amore non fa nemmeno lo sforzo di pensarci. Questo fino a quando, il primo giorno di scuola, non incontra Sally.

 
Tutto il tormento, il dolore, la frustrazione, i sensi di colpa di Tommy sono racchiusi qui:
“Ma io come sarei diventato, se non ci fosse stato tutto quel fuoco? Me lo chiedo spesso. A volte mi metto davanti allo specchio e mi guardo. Cerco di vedere il Tommy sotto le ustioni, dietro la maschera orripilante che mi fa da viso, dietro i segni, le slabbrature, le chiazze più rosse e quasi nere, dietro la non concordanza dei lineamenti – la testa informe, le orecchie come smozzicate, il naso posticcio, la mascella operata e ricucita come un sacchetto da buttare, il mento disarmonico, il collo attraversato da griglie di cicatrici, le braccia come un puzzle di carne salva e carne morta, le mani piagate, il torace simile a un campo di battaglia dopo lo scoppio di più granate, le gambe e i piedi arrostiti –, dietro tutto questo, sotto tutto questo, io come sarei stato? Ero bruno, avevo una faccia normale da ragazzino in sboccio, ero come milioni di altri, e sarei stato come milioni di altri. Avrei avuto una vita né migliore né peggiore di chiunque. Ci sarebbe stata mia madre a vedermi crescere. Mio padre mi avrebbe insegnato le cose più importanti. Avrei protetto sempre Anna. Una comune famiglia senza incendi.”. 

Per una sorta di ribellione intrinseca, Tommy risponde a tono, prova a ribellarsi e difendersi, ma quando sul suo cammino incontra il poliziotto più stimato e temuto del paese, tale Sterpa, nonché zio di Sally, ogni suo respiro diventa capo d’accusa nei confronti del ragazzo. Pur dichiarandosi innocente, il suo carattere strafottente e le sue risposte sardoniche, sono terreno fertile per lo sbirro che “non perdona”. Infatti, per il poliziotto, è semplice affibbiargli due o tre capi d’imputazione pur non avendo nessuna prova.
Intanto Tommy e Sally riescono a trovare un filo conduttore tra loro che li lega, li avvicina, li fa dialogare di tutto, perfino del passato più buio.
Tommy non è più solo: la famiglia Cotta si prodiga per proteggerlo e difenderlo, Sally capisce ogni sfumatura del suo essere e si sente compresa a sua volta. Poi c’è anche Enrico, un compagno di scuola che si mostra un buon amico.
Ma qualcuno vuole incastrare Tommy e cerca di farlo fino in fondo, rendendogli la vita piuttosto difficile…
Questa storia è narrata con abile maestria, sapienza di dettagli, capacità di dialogo e introspezione psicologica. È uno dei pochi romanzi in cui i dettagli non sono noiosi, ripetitivi, ridondanti. Anzi, tutt’altro, accrescono la storia d’interesse, azione, curiosità. Sì, perché qui ci troviamo di fronte ai tormenti di un ragazzo che non ha più una famiglia, che non sempre è stato trattato bene (perché gli sono capitati anche i papà Tocca-Tocca e i compagni d’istituto perfidi e cattivi), che amava la sua sorellina e non potrà proteggerla più. Quando parla di lei è palpabile l’affetto che nutre nei confronti di Anna, è toccante la descrizione che ne fa, molto toccante.
Per fortuna Tommy non  è il ragazzo debole e sfigato che credono, ma un tipo caparbio che trova forza nell’amore che prova per Sally e riceve da Sally. In un mondo corrotto, pieno di gente che appare ciò che non è, lui si scrolla di dosso la cenere e riesce a brillare di una luce tutta sua, unica e speciale.
Non volevo salutare Tommy e nemmeno Sally perché mi hanno tenuto compagnia in questo momento di convalescenza.
Se da qualche parte, nel mondo, esistesse un Tommy e una Sally, vorrei augurargli solo il meglio. Il coraggio e la forza di prendersi le loro rivincite, cancellare il passato e vivere il futuro meraviglioso che meritano.

 

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