giovedì 17 novembre 2016

Cristiano Pedrini: Madras



Autore: Cristiano Pedrini
Titolo: Madras
Editore: Self publishing
Genere: Narrativa/Storico
Anno di pubblicazione: 2016
Pagine: 219

SINOSSI
Jasper Lytton è il nipote del governatore della regione di Madras, una delle perle più preziose e redditizie dell’Impero britannico,  una terra lontana, meta finale del lungo viaggio che egli ha intrapreso.
Lawrence è uno schiavo che grazie al volere del giovane inglese sarà di nuovo libero dopo essere stato la merce in un’asta molto particolare. Ma a che prezzo il giovane indiano baratterà la sua libertà?

Da quel momento tutto cambierà per entrambi: l’amore li condurrà verso quello che oltre a essere un viaggio tra la maestosità del mare e l’esotica e incredibile natura di quelle terre, lo è anche tra l’incredibile grandezza del cuore umano, trascinandoli in balia di infinite emozioni e pericoli.


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Madras è un romanzo che stupisce, avvince, tiene incollato il lettore alle sue pagine e ci mostra l’incredibile bellezza che si può creare grazie all’immaginazione.
Questo romanzo ci racconta dell’aristocratico Jasper che tenta di raggiungere la terra di Madras, governata dallo zio, e a bordo di una nave comincia il suo viaggio insieme al lettore; un viaggio di forte impatto emotivo e visivo, che conduce per mano alla scoperta di mari inesplorati, di terre incredibilmente vivide e reali, e di pericoli ancora più palpabili e veri.
Tutto questo seminando importanti messaggi tra le righe.
La penna di Pedrini non delude mai e, con intrecci ingegnosi e una trama che tocca e conquista, ci presenta un londinese di alta levatura e uno schiavo alle prese con la scoperta del vero amore e di se stessi.
Sì, perché Lawrence è uno schiavo indiano che per umana compassione il giovane Jasper acquista dai mercanti di schiavi, per poi lasciarlo libero di vivere la sua esistenza.
Quest’ultimo però, anche per via della sua cultura, si sente di appartenere a colui che l’ha comprato e salvato, e decide così di donargli la sua devozione e di accompagnarlo a bordo della nave e fino a Madras.
Da quel momento si dipana l’incredibile avventura dei due diciottenni che, narrata con maestria dall’autore, convince sin dal principio.
Una storia di conoscenza e scoperta l’un dell’altro, ma anche un viaggio diverso da come lo si può immaginare, un’avventura originale che lascerà senza fiato.
Sì, perché questa narrazione è davvero un viaggio, dentro e fuori dal sé. Un viaggio verso sentimenti, terre esotiche e attraenti, e vissuti inesplorati, alla ricerca di qualcosa di prezioso, con cornici naturali da sogno e pericoli così tesi e pericolosi da scatenare adrenalina e batticuore.
La scrittura di Pedrini ha la grande capacità di catturare il lettore con la sua scioltezza e la sua forma speciale, ma al tempo stesso anche i personaggi che lui crea, così come i loro dialoghi, sono importanti e degni di nota.
Il percorso personale che i personaggi compiono, stavolta inteso come un viaggio verso una meta e un luogo, è una crescita che fa un po’ da metafora al viaggio della vita: è sempre fondamentale e, durante il dipanarsi delle vicende, permette di affezionarsi a coloro che ci fanno vivere la storia come emozionati spettatori seppur quasi in prima persona.
Madras parla di sentimenti buoni e di vicende crudeli, parla di come sia stato difficile allora, alla fine dell’ottocento, di quanto poco valesse la vita umana e di come l’amore, a volte, possa salvare.
Un romanzo empaticamente convincente, con un’espressività di natura e ambienti circostanti che riesce a catturare e convincere.
In questo racconto nulla è lasciato al caso e tutto è stato ponderato con estrema cura, soprattutto per quanto concerne la metafora del viaggio e quella della crescita, fino all’incredibile colpo di scena finale che chiude la vicenda ma apre un portone sull’immaginazione di chi legge con il cuore in gola.
La storia induce quindi il lettore a riflettere e comprendere, in una cornice storica, su una nave o tra le onde del mare che sia, con empatia il romanzo che ci porta a pensare e quasi fraternizzare con ciò che accade.
Le atmosfere incredibili rilassano o avvincono.
L’amore è il perno portante della storia, attorno alla quale ruotano sentimenti importanti come il coraggio, la presenza, l’importanza di lottare per ciò che si ama.
Pedrini tocca argomenti reali e intensi anche in questo romanzo, reso originale da una trama incredibile che di sicuro spicca per intensità e originalità.
Lawrence si prende cura del suo salvatore così come chi lo salva è riuscito a cambiare l’esistenza a lui.
Un romanzo di passione, amore, pericolo, viaggio e speranze, che di sicuro non lascerà indifferente nessuno.
I personaggi secondari sono preziosi come le atmosfere che l’autore è riuscito a creare, in un susseguirsi di pericoli, colpi di scena e avventure.
Madras è un romanzo forte e delicato, struggente e intenso, unico nel suo genere, senza ombra di dubbio.

A cura di Deborah Fasola

Editor professionista free lance 

BREVE ESTRATTO dal capitolo I

La HMS Pelican aveva gettato le ancore nel piccolo porto di Nagercoil da poche ore. Il caldo sole, attenuato dalla brezza marina, illuminava il lucente scafo nero dell’incrociatore dal cui unico fumaiolo, dipinto dello stesso colore, si scorgeva ancora un debole filamento di fumo. Appariva agli occhi di coloro che lo osservavano come un moderno vulcano che attendeva, in silenzio, nella rada di quella cittadina.
Un giovane si affacciò con circospezione al parapetto posando le mani sul freddo ferro. Fissò la banchina affollata di uomini che si muovevano disordinati come uno sciame di insetti, mostrando una molteplicità di atteggiamenti verso la grande nave che era a poca distanza dal loro mondo. Alcuni di essi proseguivano con ostentata indifferenza trasportando sulle spalle ogni genere di mercanzia, mentre altri lanciavano fugaci sguardi prima di ritrarsi, perché timorosi di mostrarsi troppo curiosi nell’indugiare sul bastimento dalla cui poppa sventolava il vessillo inglese.
Il ragazzo che indossava una camicia blu si coprì la fronte con la mano per riparare gli occhi cerulei dai raggi del sole,  e poter continuare a osservare quel mondo così diverso da quello  in cui aveva vissuto fino ad allora.  Ormai si trovava a oltre quattromila miglia dalla sua casa, la sua adorata Londra.
Aveva implorato per mesi suo padre e sua madre di permettergli di far visita a suo zio che governava la regione di Madras, e alla fine, dopo infinite discussioni, era riuscito a spuntarla grazie alla sua caparbietà.
Era riuscito a partire subito dopo il termine delle lezioni primaverili all’Eton College, e ora aveva davanti a sé  più di due mesi per visitare i luoghi che un lontano parente aveva spesso descritto nelle sue lunghe e dettagliate lettere,  molte volte accompagnate da qualche fotografia che lo ritraeva in  ambienti incredibilmente incantevoli.
Furono quelle righe, quelle immagini, a rapire per sempre il suo cuore di diciottenne ormai pronto a varcare la soglia dell’età in cui sarebbe stato considerato un uomo. Voleva che quel passaggio coincidesse con quel meraviglioso viaggio atteso da mesi.
«Lord Lytton, credevo stesse ancora riposando»  esordì un ufficiale  avvicinandosi.
Egli si voltò verso quella voce imperiosa osservando con una punta di invidia l’uniforme dell’uomo, impeccabile come sempre. Il tenente dei fucilieri di Sua Maestà appariva in tutta la sua marziale figura: la divisa di un rosso sgargiante, la lunga fila di bottoni dorati che ornava il petto fiero, la spada d’ordinanza con l’elsa raffigurante le insegne della corona. Un degno alfiere dell’impero vittoriano.
In confronto a lui la figura esile di Jasper appariva simile a un moderno Davide contro Golia. Era davvero un bene che quell’uomo, seppur spavaldo, avesse mostrato da subito una certa simpatia per lui, nonostante al suo esordio egli lo avesse apostrofato con un commento che lo aveva mandato su tutte le furie.
La Pelican era infatti in navigazione solo da poche ore  quando il passeggero salito a bordo all’ultimo scalo aveva deciso di godersi il panorama al tramonto. Una volta uscito dalla cabina si era incamminato lungo il ponte salutando alcuni marinai intenti a sistemare delle gomene.
Era alquanto insolito che un bastimento da guerra ospitasse dei civili, ma il comandante, un caro amico del governatore di Madras, aveva acconsentito a prendere a bordo il nipote giunto dall’Inghilterra.
Il ragazzo aveva raggiunto la prua della nave respirando la fresca brezza marina e contemplando l’immensa, placida distesa che si allargava davanti ai suoi occhi.
Aveva sollevato di poco lo sguardo per osservare una coppia di gabbiani che volava  intrecciando un balletto sinuoso, sfidandosi continuamente a chi saliva più in alto nel cielo.
«Ragazzo, dove sono i tuoi genitori?» aveva chiesto una voce alle sue spalle.
Il diciottenne si era voltato trovandosi davanti a un ufficiale che lo stava guardando con evidente preoccupazione.
«Come ha detto, scusi?» aveva chiesto visibilmente seccato.
«È pericoloso per un ragazzino girovagare da solo sul ponte… questa in fondo è una nave da guerra della regia marina britannica»  aveva precisato quello accendendo una pipa di radica.
«Con tutto il rispetto, signore, io ho diciotto anni!» aveva replicato stizzito avvicinandosi.
L’ufficiale si era chinato per fissarlo con attenzione.
Ora che poteva scorgerlo meglio non poteva non rimanere  affascinato dai lineamenti delicati e aggraziati del suo giovane interlocutore. La luce del crepuscolo donava alla sua carnagione nivea un calore che contrastava con i suoi occhi tersi, e con i capelli biondo cenere.
«Dici davvero?» aveva insistito l’ufficiale.
«Non credo sia appropriato che un soldato dubiti della parola di un nobile»  aveva precisato l’altro incrociando le braccia sul petto assumendo un fare sostenuto.
«Addirittura un nobile! Quindi ho preso ben due abbagli…» - rise inchinandosi e togliendosi il copricapo - «Tenente Hardy Scott…»
«Molto lieto. Io mi chiamo Jasper Lytton.»
«Il nipote di Lord Lytton? Il Governatore di Madras?» aveva chiesto sorpreso il giovane ufficiale dai capelli castani.
«Esattamente. Lei lo conosce?»
«No, ma sono diretto proprio nella regione che è sotto la sua amministrazione.»
«Arriveremo a destinazione con un lieve ritardo, dopotutto” aveva osservato il tenente fissando anch’egli la gente operosa sotto di loro.

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