Titolo: Nella
carne e nell’anima
Editore: Self publishing
Serie: “Pelle”, #2
Genere: Contemporary Romance (con tinte dark)
Autoconclusivo
Data di uscita: 10 Gennaio 2018
Formati e prezzo: eBook: 2,99 e gratis con Kindle
Unlimited; Cartaceo: 10,00 euro.
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SINOSSI
Greta è figlia di Adam Lockwood,
magnate di una delle famiglie più potenti della malavita newyorchese. Vive
indossando una maschera che la rende la figlia perfetta e compita agli occhi
del padre che stravede per lei. Lusso, soldi e potere sono la sua forza, in
essi si racchiude ogni suo desiderio.
Tranne
uno.
Un desiderio corrotto, sbagliato. Un
desiderio che ha il sapore della vergogna e del peccato.
Un desiderio che è una crepa nella sua
maschera perfetta.
Un desiderio che si chiama Ryan.
Ryan è il suo fratellastro ma non hanno
legami di sangue e l’unico sentimento che li unisce è il rancore.
Greta crede che lui voglia portarle via
tutto ed appropriarsi del potere dei Lockwood mentre lui pensa che lei voglia
estrometterlo dalla famiglia perché ha paura.
Ryan lavora presso le società della
famiglia e sembra un uomo controllato e ineccepibile. In realtà anche lui
indossa una maschera dietro cui si cela la tempesta.
Ryan è fuoco e pioggia.
Passione e violenza.
Il suo animo è tormentato dal desiderio
di distruggere l’unica fonte di pericolo per la sua ascesa al potere. Ma quello
stesso pericolo rappresenta anche la sua più grande perversione.
Una perversione che si chiama Greta.
Lui è dentro di lei.
Lei è dentro di lui.
Senza una ragione.
Senza un senso.
L’odio è l’unico appiglio che hanno per
non affondare.
Ma l’abisso è sempre più vicino e un
segreto è sul punto di essere rivelato.
Un segreto che li unisce. Dolorosamente.
Il filo sottile che mantiene in
equilibrio le loro vite, all’improvviso si spezza.
Ryan finisce in prigione.
Greta crede di essere al sicuro.
Ma l’odio non può proteggerla dalla
furia dell’ossessione.
Il potere dell’attrazione consuma la
carne e indebolisce il cuore.
Quanto odio bisogna covare, tra polvere
e cenere, per continuare a lottare senza cedere?
“La
paura. La voglia. Il dolore.
Cos’ero
per lui?
Solo
carne?
O
fiato?
Ero
respiro?
Io
ero la sua stessa anima.”
Estratto 1
Odore.
Selvatico.
Aprii gli occhi all’istante.
Sapore.
Metallico.
Mi ero morsa la parte interna della
guancia.
Vista.
Mostro.
Mi voltai di scatto, ormai certa della sua presenza.
Mi scontrai con il suo sguardo vuoto e
con i suoi occhi penetranti e
inquietanti. La sua bocca era serrata come se si stesse trattenendo, i suoi
capelli castano chiaro, lunghi e lisci sulle spalle e le braccia distese lungo
il corpo.
Non indossava nulla di elegante, eppure
era anche la sua festa.
Sì,
dannazione!
Ryan aveva la mia stessa età, era nato
il mio stesso giorno e nonostante fosse stato adottato da mio padre anni prima,
veniva trattato come se fosse suo figlio a tutti gli effetti, godendo dei miei
stessi privilegi.
No,
cazzo, non era giusto!
Ero io l’unica figlia e l’unica erede. Mio padre lo avrebbe capito,
prima o poi.
Silenzio.
Lui
taceva.
Lui
mi vivisezionava con quegli occhi del
colore del cielo plumbeo e glaciale.
Un cielo d’inverno senza appello.
Era come un giorno di pioggia, umido, bagnato,
quel senso di infido che s’insinua tra le ossa e che ti fa sentire eternamente
freddo.
Lui
era il ghiaccio.
Lui non si scioglieva.
Lui poteva essere solo distrutto, a colpi
d’ascia.
«Che ci fai qui?»
La mia voce tremò leggermente. Non era
così che doveva sentirmi.
Ritirai la mano dalla statua e mi
passai l’altra tra i capelli, riportando un ciuffo ribelle dietro l’orecchio.
Ero nervosa, dannatamente nervosa.
La sua presenza mi faceva saltare i
nervi, da sempre, anche quando non faceva nulla.
Quando c’era lui nei paraggi avevo la
sensazione di dover continuamente dimostrare qualcosa.
A lui.
A me
stessa.
Si mosse.
Infilò le mani nelle tasche dei jeans
scuri e fece qualche passo verso di me. Non riuscivo a distogliere gli occhi
dai suoi. Mi guardava in modo strano, un modo diverso. Un modo incollerito ma allo stesso tempo glaciale, come se
dentro quell’abisso di metallo fuso ed incandescente si celassero due anime
pronte a scannarsi per prevalere.
Non osavo immaginare quale delle due
fosse quella più pericolosa, perché sapevo che lo erano entrambe.
Il suo odore si fece più penetrante
quando a pochi centimetri dal mio corpo, si fermò osservando la statua che
stavo toccando. Posò nuovamente il suo sguardo su di me e nei suoi occhi
apparve una scintilla di provocazione che non preannunciava nulla di buono.
La sua pelle era più scura della mia,
io ero pallida e graziosa come una bambola, lui sembrava essere avvolto da
un’ombra perenne. Un’ombra pronta ad inghiottirti.
Estratto 2
«Sei una bugiarda.»
Oh,
sì che lo ero. E lui lo sapeva molto bene.
«Cosa vuoi dire?»
Ero tornata padrona della mia voce e
questo mi infuse coraggio e determinazione.
Non mi sarei fatta rovinare la festa da
un bastardo.
«Stai mentendo. Tu non hai
dimenticato.»
Feci un mezzo sorriso e lo scrutai a
fondo in quegli occhi di cenere.
«E se anche fosse? Credi che me ne
freghi qualcosa? Non dimenticare qualcosa di cui non t’importa equivale a non ricordarla. Non fa alcuna
differenza.»
Strinse la mascella. Forte. Duro.
Gli occhi si rimpicciolirono per poi
spalancarsi su di me.
Era così immobile da sembrare irreale.
Il suo corpo era teso ed emanava quel tipo di energia che mi destabilizzava. Mi
attraeva e mi allontanava nello stesso momento.
Lui era questo.
Attrazione e repulsione.
Bianco e nero.
Respiro e soffocamento.
Combatterlo era una guerra così
sfiancante.
Primordiale.
Lotta di sopravvivenza.
O io o lui.
Lo avevo saputo dal primo istante in
cui aveva varcato la nostra casa accompagnato da mio padre.
Eravamo bambini ma quando ci eravamo guardati
negli occhi, avevamo letto la stessa cosa.
Minaccia.
Odio.
Eliminazione.
E adesso non era cambiato nulla. Ci
respiravamo addosso, a pochi millimetri l’uno dall’altro, attenti a non
toccarci, sospesi in una sfida che durava da anni.
Chi avrebbe ceduto per primo?
«La mia faccia sarà il tuo incubo. E lo
sai. Questo è quello che sono e farò di tutto affinchè tu non lo dimentichi.
Riuscirai a dormire la notte, quando da sola tra le lenzuola, ti maledirai
pensando a me?»
«Io non
penserò a te.»
«Lo farai e pregherai per non farlo
più. Inutilmente. Perché questo,
Greta, è quello che mi hai fatto.» Indicò con il dito l’angolo dell’occhio dove
si diramava, ingrata e profonda, una lunga cicatrice. «Questo è quello che non
ti lascerà mai in pace qualunque cosa tu faccia.»
Feci qualche passo indietro, nel suo
sguardo c’era un riflesso sinistro. La minaccia di qualcosa di sbagliato e
pericoloso.
Io lo vedevo.
Vedevo tutto di lui.
Ma in quel momento avrei voluto essere
cieca e soprattutto non sentire i ricordi e la scia di eccitazione che mi stava
abbrancando le viscere. Sentii il petto esplodere al ricordo di quello che era
accaduto anni prima, per colpa mia.
«Ti ho già detto che non m’importa. Non
sei niente per me. Niente.»
«Un niente
che però ti fa agitare…»
I suoi occhi caddero, impietosi, sul
mio petto e poi tornarono furenti nei miei. Si avvicinò nuovamente, azzerando
la distanza che avevo cercato di mettere tra noi. Ma lui era come un fulmine,
diretto e fatale.
«Puoi raccontarti tutte le cazzate di questo
mondo.» Il suo respiro era sulla mia bocca. La testa abbassata e le spalle
leggermente curve per trafiggermi con il suo sguardo di tempesta. «Puoi dirti
che mi odi, che mi vuoi lontano, che sono merda. Puoi dirti che non sono
niente.» Le sue labbra maledette si muovevano in perfetta sincronia con i suoi
occhi, adesso accesi da barlumi di elettricità. «Ma io e te sappiamo che quando
sarai sola, e ti toccherai nel buio della tua stanza, non sarà il pensiero di
un coglione qualunque ad eccitarti ma saranno le mie mani e la mia cicatrice a
farti venire.»
Sussultai vistosamente. Sapevo che quel
bastardo godeva a mettermi in difficoltà ma quello che stava accadendo, quello
che stava dicendo, era al di sopra delle mie possibilità di reazione. Ero
totalmente spiazzata.
«Come puoi pensare che io sia così…»
Quella dannata parola si bloccò in gola.
«Perversa?
Tu sei molto di più.» Inspirò il mio
odore, come un animale che annusa la preda. Il suo respiro era forte,
selvaggio, trepidante. Mi sbatteva addosso come le onde di un mare tempestoso e
bollente. Era fuoco che risaliva dal ghiaccio più incandescente. «Tu sei mia.»
Spalancai gli occhi davanti a quella
affermazione. Mi sentivo annaspare, mi mancava l’aria. Come poteva pensare un
abominio simile? Io lo odiavo. Io non volevo che lui esistesse. Io lo volevo
morto.
«Tu sei pazzo.»
«Sì, lo sono. E questa è un’altra cosa
che farò in modo tu non dimentichi, mai.»
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BIOGRAFIA
Antonietta
Mirra è laureata in Lingue e Letterature Straniere e lavora con i bambini. Le
sue passioni sono leggere e scrivere ed è Amministratrice del Lit-Blog L’amica dei libri. Ama l’arte in tutte
le sue forme, il cinema e il pianoforte. Tratti distintivi della sua
personalità: passione e inquietudine. Dicono di lei: "una ragazza d'altri
tempi", il mondo le va stretto, allora usa l'immaginazione. La sua vita è
un incastro imperfetto tra sogni e visioni, la realtà è solo un equivoco. Ha
già pubblicato il Paranormal Romance, Ogni
notte vengo da te e il Contemporary Romance, Sei il confine della mia pelle, primo romanzo della serie “Pelle.”
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Grazie mille! <3
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