giovedì 4 gennaio 2018

Antonietta Mirra: Nella carne e nell'anima (Pelle #2)


Autore: Antonietta Mirra
Titolo: Nella carne e nell’anima
Editore: Self publishing
Serie: “Pelle”, #2
Genere: Contemporary Romance (con tinte dark)
Autoconclusivo
Data di uscita: 10 Gennaio 2018
Pagine: 250
Formati e prezzo: eBook: 2,99 e gratis con Kindle Unlimited; Cartaceo: 10,00 euro.


SINOSSI
Greta è figlia di Adam Lockwood, magnate di una delle famiglie più potenti della malavita newyorchese. Vive indossando una maschera che la rende la figlia perfetta e compita agli occhi del padre che stravede per lei. Lusso, soldi e potere sono la sua forza, in essi si racchiude ogni suo desiderio.
Tranne uno.
Un desiderio corrotto, sbagliato. Un desiderio che ha il sapore della vergogna e del peccato.
Un desiderio che è una crepa nella sua maschera perfetta.
Un desiderio che si chiama Ryan.

Ryan è il suo fratellastro ma non hanno legami di sangue e l’unico sentimento che li unisce è il rancore.
Greta crede che lui voglia portarle via tutto ed appropriarsi del potere dei Lockwood mentre lui pensa che lei voglia estrometterlo dalla famiglia perché ha paura.
Ryan lavora presso le società della famiglia e sembra un uomo controllato e ineccepibile. In realtà anche lui indossa una maschera dietro cui si cela la tempesta.
Ryan è fuoco e pioggia.
Passione e violenza.
Il suo animo è tormentato dal desiderio di distruggere l’unica fonte di pericolo per la sua ascesa al potere. Ma quello stesso pericolo rappresenta anche la sua più grande perversione.
Una perversione che si chiama Greta.

Lui è dentro di lei.
Lei è dentro di lui.
Senza una ragione.
Senza un senso.
L’odio è l’unico appiglio che hanno per non affondare.
Ma l’abisso è sempre più vicino e un segreto è sul punto di essere rivelato.
Un segreto che li unisce. Dolorosamente.

Il filo sottile che mantiene in equilibrio le loro vite, all’improvviso si spezza.
Ryan finisce in prigione.
Greta crede di essere al sicuro.
Ma l’odio non può proteggerla dalla furia dell’ossessione.
Il potere dell’attrazione consuma la carne e indebolisce il cuore.
Quanto odio bisogna covare, tra polvere e cenere, per continuare a lottare senza cedere?

“La paura. La voglia. Il dolore.
Cos’ero per lui?
Solo carne?
O fiato?
Ero respiro?
Io ero la sua stessa anima.”



 

Estratto 1

Odore.
Selvatico.
Aprii gli occhi all’istante.
Sapore.
Metallico.
Mi ero morsa la parte interna della guancia.
Vista.
Mostro.
Mi voltai di scatto, ormai certa della sua presenza.
Mi scontrai con il suo sguardo vuoto e con i suoi occhi penetranti e inquietanti. La sua bocca era serrata come se si stesse trattenendo, i suoi capelli castano chiaro, lunghi e lisci sulle spalle e le braccia distese lungo il corpo.
Non indossava nulla di elegante, eppure era anche la sua festa.
Sì, dannazione!
Ryan aveva la mia stessa età, era nato il mio stesso giorno e nonostante fosse stato adottato da mio padre anni prima, veniva trattato come se fosse suo figlio a tutti gli effetti, godendo dei miei stessi privilegi.
No, cazzo, non era giusto!
Ero io l’unica figlia e l’unica erede. Mio padre lo avrebbe capito, prima o poi.
Silenzio.
Lui taceva.
Lui mi vivisezionava con quegli occhi del colore del cielo plumbeo e glaciale.
Un cielo d’inverno senza appello.
Era come un giorno di pioggia, umido, bagnato, quel senso di infido che s’insinua tra le ossa e che ti fa sentire eternamente freddo.
Lui era il ghiaccio.
Lui non si scioglieva.
Lui poteva essere solo distrutto, a colpi d’ascia.
«Che ci fai qui?»
La mia voce tremò leggermente. Non era così che doveva sentirmi.
Ritirai la mano dalla statua e mi passai l’altra tra i capelli, riportando un ciuffo ribelle dietro l’orecchio. Ero nervosa, dannatamente nervosa.
La sua presenza mi faceva saltare i nervi, da sempre, anche quando non faceva nulla.
Quando c’era lui nei paraggi avevo la sensazione di dover continuamente dimostrare qualcosa.
A lui.
A me stessa.
Si mosse.
Infilò le mani nelle tasche dei jeans scuri e fece qualche passo verso di me. Non riuscivo a distogliere gli occhi dai suoi. Mi guardava in modo strano, un modo diverso. Un modo incollerito ma allo stesso tempo glaciale, come se dentro quell’abisso di metallo fuso ed incandescente si celassero due anime pronte a scannarsi per prevalere.
Non osavo immaginare quale delle due fosse quella più pericolosa, perché sapevo che lo erano entrambe.
Il suo odore si fece più penetrante quando a pochi centimetri dal mio corpo, si fermò osservando la statua che stavo toccando. Posò nuovamente il suo sguardo su di me e nei suoi occhi apparve una scintilla di provocazione che non preannunciava nulla di buono.
La sua pelle era più scura della mia, io ero pallida e graziosa come una bambola, lui sembrava essere avvolto da un’ombra perenne. Un’ombra pronta ad inghiottirti.


Estratto 2


«Sei una bugiarda.»
Oh, sì che lo ero. E lui lo sapeva molto bene.
«Cosa vuoi dire?»
Ero tornata padrona della mia voce e questo mi infuse coraggio e determinazione.
Non mi sarei fatta rovinare la festa da un bastardo.
«Stai mentendo. Tu non hai dimenticato.»
Feci un mezzo sorriso e lo scrutai a fondo in quegli occhi di cenere.
«E se anche fosse? Credi che me ne freghi qualcosa? Non dimenticare qualcosa di cui non t’importa equivale a non ricordarla. Non fa alcuna differenza.»
Strinse la mascella. Forte. Duro.
Gli occhi si rimpicciolirono per poi spalancarsi su di me.
Era così immobile da sembrare irreale. Il suo corpo era teso ed emanava quel tipo di energia che mi destabilizzava. Mi attraeva e mi allontanava nello stesso momento.
Lui era questo.
Attrazione e repulsione.
Bianco e nero.
Respiro e soffocamento.
Combatterlo era una guerra così sfiancante.
Primordiale.
Lotta di sopravvivenza.
O io o lui.
Lo avevo saputo dal primo istante in cui aveva varcato la nostra casa accompagnato da mio padre.
Eravamo bambini ma quando ci eravamo guardati negli occhi, avevamo letto la stessa cosa.
Minaccia.
Odio.
Eliminazione.
E adesso non era cambiato nulla. Ci respiravamo addosso, a pochi millimetri l’uno dall’altro, attenti a non toccarci, sospesi in una sfida che durava da anni.
Chi avrebbe ceduto per primo?
«La mia faccia sarà il tuo incubo. E lo sai. Questo è quello che sono e farò di tutto affinchè tu non lo dimentichi. Riuscirai a dormire la notte, quando da sola tra le lenzuola, ti maledirai pensando a me?»
«Io non penserò a te.»
«Lo farai e pregherai per non farlo più. Inutilmente. Perché questo, Greta, è quello che mi hai fatto.» Indicò con il dito l’angolo dell’occhio dove si diramava, ingrata e profonda, una lunga cicatrice. «Questo è quello che non ti lascerà mai in pace qualunque cosa tu faccia.»
Feci qualche passo indietro, nel suo sguardo c’era un riflesso sinistro. La minaccia di qualcosa di sbagliato e pericoloso.
Io lo vedevo.
Vedevo tutto di lui.
Ma in quel momento avrei voluto essere cieca e soprattutto non sentire i ricordi e la scia di eccitazione che mi stava abbrancando le viscere. Sentii il petto esplodere al ricordo di quello che era accaduto anni prima, per colpa mia.
«Ti ho già detto che non m’importa. Non sei niente per me. Niente
«Un niente che però ti fa agitare…»
I suoi occhi caddero, impietosi, sul mio petto e poi tornarono furenti nei miei. Si avvicinò nuovamente, azzerando la distanza che avevo cercato di mettere tra noi. Ma lui era come un fulmine, diretto e fatale.
«Puoi raccontarti tutte le cazzate di questo mondo.» Il suo respiro era sulla mia bocca. La testa abbassata e le spalle leggermente curve per trafiggermi con il suo sguardo di tempesta. «Puoi dirti che mi odi, che mi vuoi lontano, che sono merda. Puoi dirti che non sono niente.» Le sue labbra maledette si muovevano in perfetta sincronia con i suoi occhi, adesso accesi da barlumi di elettricità. «Ma io e te sappiamo che quando sarai sola, e ti toccherai nel buio della tua stanza, non sarà il pensiero di un coglione qualunque ad eccitarti ma saranno le mie mani e la mia cicatrice a farti venire.»
Sussultai vistosamente. Sapevo che quel bastardo godeva a mettermi in difficoltà ma quello che stava accadendo, quello che stava dicendo, era al di sopra delle mie possibilità di reazione. Ero totalmente spiazzata.
«Come puoi pensare che io sia così…» Quella dannata parola si bloccò in gola.
«Perversa? Tu sei molto di più.» Inspirò il mio odore, come un animale che annusa la preda. Il suo respiro era forte, selvaggio, trepidante. Mi sbatteva addosso come le onde di un mare tempestoso e bollente. Era fuoco che risaliva dal ghiaccio più incandescente. «Tu sei mia.»
Spalancai gli occhi davanti a quella affermazione. Mi sentivo annaspare, mi mancava l’aria. Come poteva pensare un abominio simile? Io lo odiavo. Io non volevo che lui esistesse. Io lo volevo morto.
«Tu sei pazzo.»
«Sì, lo sono. E questa è un’altra cosa che farò in modo tu non dimentichi, mai.»


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BIOGRAFIA

Antonietta Mirra è laureata in Lingue e Letterature Straniere e lavora con i bambini. Le sue passioni sono leggere e scrivere ed è Amministratrice del Lit-Blog L’amica dei libri. Ama l’arte in tutte le sue forme, il cinema e il pianoforte. Tratti distintivi della sua personalità: passione e inquietudine. Dicono di lei: "una ragazza d'altri tempi", il mondo le va stretto, allora usa l'immaginazione. La sua vita è un incastro imperfetto tra sogni e visioni, la realtà è solo un equivoco. Ha già pubblicato il Paranormal Romance, Ogni notte vengo da te e il Contemporary Romance, Sei il confine della mia pelle, primo romanzo della serie “Pelle.”

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