Titolo:
Era li mio migliore amico (Cattivi amici)
Editore:
Newton Compton Editori
Genere:
Thriller
Anno di
pubblicazione: 2017
Pagine:
334
SINOSSI
Noah
Sadler e Abdi Mahad sono due amici inseparabili. Per questo motivo, quando il
corpo di Noah viene trovato in un canale di Bristol, il silenzio di Abdi è
inspiegabile. Perché non parla? Il detective Jim Clemo è appena tornato dopo un
congedo forzato che l'ha allontanato dal suo ultimo caso e la morte di Noah
sembra l'incidente perfetto con cui tenerlo occupato. Ma ben presto quello che
sembrava un gioco tra ragazzi finito molto male si trasforma in un caso che
accende il dibattito pubblico: Noah è inglese, Abdi un rifugiato somalo. La
tensione sociale, la paura e la rabbia cieca degenerano velocemente a Bristol,
mentre le due famiglie combattono per ottenere le risposte che cercano. Non
sanno quanto sarà lunga la strada per capire che cosa è successo davvero, né
sono preparate all'orrore che dovranno affrontare. Perché la verità spesso può
fare molto male.
Questo romanzo di Gilly MacMillan, è stato pubblicato con due titoli: "Era il mio migliore amico" oppure "Cattivi amici".
Noah e Abdi sono
due amici inseparabili. Hanno origini diverse: Noah è inglese, Abdi ha origini
somale.
Quando
il corpo di Noah viene ritrovato senza vita, il detective Jim Clemo seguirà le indagini. Il primo e unico sospettato è
proprio Abdi, il migliore amico di Noah. Il ragazzo non parla, si chiude in se
stesso e fugge. La sua famiglia è preoccupata, cerca in tutti i modi di
aiutarlo ma invano.
Le
indagini partono dagli ultimi istanti di vita di Noah, tramite le telecamere di
sorveglianza che hanno registrato quei momenti…
Due
famiglie a confronto, due dolori diversi, due verità segrete.
La
storia non è proprio adrenalinica, anzi, piuttosto piatta nell’eseguire le indagini.
Sembra più un poliziesco, che un thriller. I personaggi, però, sono ben
costruiti.
È
interessante l’amicizia dei due ragazzi. All’inizio, sembra il classico
rapporto tra due coetanei che hanno tante passioni in comune e si rispettano
reciprocamente. Due ragazzi che trovano appoggio l’uno nell’altro. Man mano che
si prosegue nella lettura, però, si scopre che quel rapporto non è così
perfetto. C’è chi cerca di sopraffare l’altro, usarlo per il proprio scopo,
perfino metterlo nei guai.
I
rapporti umani e le loro debolezze, i loro egoismi, prendono vita. La madre di
Noah, non ci pensa due volte a condannare Abdi. Lo vede come un pericolo, una
cattiva compagnia, il colpevole. D’altronde, nel suo dolore, cerca qualcuno a
cui dare la colpa, perché deve farsene una ragione se suo figlio è morto prima
del tempo.
Il
padre di Noah, invece, affronta il dolore in modo diverso. È più obiettivo. Più
razionale. Qualunque cosa accada, suo figlio non tornerà più.
La
scrittura è piacevole e scorre bene.
Una
lettura carina, ma non memorabile.
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