Autore: Cristiano Pedrini
Titolo: Madras
Editore: Self publishing
Genere: Narrativa/Storico
Anno di pubblicazione: 2016
Pagine: 219
SINOSSI
Jasper
Lytton è il nipote del governatore della regione di Madras, una delle perle più
preziose e redditizie dell’Impero britannico, una terra lontana, meta finale del lungo
viaggio che egli ha intrapreso.
Lawrence
è uno schiavo che grazie al volere del giovane inglese sarà di nuovo libero
dopo essere stato la merce in un’asta molto particolare. Ma a che prezzo il
giovane indiano baratterà la sua libertà?
Da quel momento tutto cambierà per entrambi:
l’amore li condurrà verso quello che oltre a essere un viaggio tra la
maestosità del mare e l’esotica e incredibile natura di quelle terre, lo è
anche tra l’incredibile grandezza del cuore umano, trascinandoli in balia di infinite
emozioni e pericoli.
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Ebook
Madras è un romanzo che stupisce, avvince, tiene incollato il
lettore alle sue pagine e ci mostra l’incredibile bellezza che si può creare
grazie all’immaginazione.
Questo romanzo ci racconta dell’aristocratico Jasper che
tenta di raggiungere la terra di Madras, governata dallo zio, e a bordo di una
nave comincia il suo viaggio insieme al lettore; un viaggio di forte impatto
emotivo e visivo, che conduce per mano alla scoperta di mari inesplorati, di
terre incredibilmente vivide e reali, e di pericoli ancora più palpabili e
veri.
Tutto questo seminando importanti messaggi tra le righe.
La penna di Pedrini non delude mai e, con intrecci ingegnosi
e una trama che tocca e conquista, ci presenta un londinese di alta levatura e
uno schiavo alle prese con la scoperta del vero amore e di se stessi.
Sì, perché Lawrence è uno schiavo indiano che per umana
compassione il giovane Jasper acquista dai mercanti di schiavi, per poi
lasciarlo libero di vivere la sua esistenza.
Quest’ultimo però, anche per via della sua cultura, si sente
di appartenere a colui che l’ha comprato e salvato, e decide così di donargli
la sua devozione e di accompagnarlo a bordo della nave e fino a Madras.
Da quel momento si dipana l’incredibile avventura dei due
diciottenni che, narrata con maestria dall’autore, convince sin dal principio.
Una storia di conoscenza e scoperta l’un dell’altro, ma
anche un viaggio diverso da come lo si può immaginare, un’avventura originale
che lascerà senza fiato.
Sì, perché questa narrazione è davvero un viaggio, dentro e
fuori dal sé. Un viaggio verso sentimenti, terre esotiche e attraenti, e
vissuti inesplorati, alla ricerca di qualcosa di prezioso, con cornici naturali
da sogno e pericoli così tesi e pericolosi da scatenare adrenalina e
batticuore.
La scrittura di Pedrini ha la grande capacità di catturare
il lettore con la sua scioltezza e la sua forma speciale, ma al tempo stesso
anche i personaggi che lui crea, così come i loro dialoghi, sono importanti e
degni di nota.
Il percorso personale che i personaggi compiono, stavolta
inteso come un viaggio verso una meta e un luogo, è una crescita che fa un po’
da metafora al viaggio della vita: è sempre fondamentale e, durante il
dipanarsi delle vicende, permette di affezionarsi a coloro che ci fanno vivere
la storia come emozionati spettatori seppur quasi in prima persona.
Madras parla di sentimenti buoni e di vicende crudeli, parla di
come sia stato difficile allora, alla fine dell’ottocento, di quanto poco
valesse la vita umana e di come l’amore, a volte, possa salvare.
Un romanzo empaticamente convincente, con un’espressività di
natura e ambienti circostanti che riesce a catturare e convincere.
In questo racconto nulla è lasciato al caso e tutto è stato
ponderato con estrema cura, soprattutto per quanto concerne la metafora del
viaggio e quella della crescita, fino all’incredibile colpo di scena finale che
chiude la vicenda ma apre un portone sull’immaginazione di chi legge con il
cuore in gola.
La storia induce quindi il lettore a riflettere e
comprendere, in una cornice storica, su una nave o tra le onde del mare che
sia, con empatia il romanzo che ci porta a pensare e quasi fraternizzare con
ciò che accade.
Le atmosfere incredibili rilassano o avvincono.
L’amore è il perno portante della storia, attorno alla quale
ruotano sentimenti importanti come il coraggio, la presenza, l’importanza di
lottare per ciò che si ama.
Pedrini tocca argomenti reali e intensi anche in questo
romanzo, reso originale da una trama incredibile che di sicuro spicca per
intensità e originalità.
Lawrence si prende cura del suo salvatore così come chi lo
salva è riuscito a cambiare l’esistenza a lui.
Un romanzo di passione, amore, pericolo, viaggio e speranze,
che di sicuro non lascerà indifferente nessuno.
I personaggi secondari sono preziosi come le atmosfere che
l’autore è riuscito a creare, in un susseguirsi di pericoli, colpi di scena e
avventure.
Madras è un romanzo forte e delicato, struggente e intenso, unico
nel suo genere, senza ombra di dubbio.
A
cura di Deborah Fasola
Editor
professionista free lance
BREVE ESTRATTO dal capitolo I
La HMS
Pelican aveva gettato le ancore nel piccolo porto di Nagercoil da poche
ore. Il caldo sole, attenuato dalla brezza marina, illuminava il lucente scafo
nero dell’incrociatore dal cui unico fumaiolo, dipinto dello stesso colore, si
scorgeva ancora un debole filamento di fumo. Appariva agli occhi di coloro che
lo osservavano come un moderno vulcano che attendeva, in silenzio, nella rada
di quella cittadina.
Un giovane si affacciò con circospezione al
parapetto posando le mani sul freddo ferro. Fissò la banchina affollata di
uomini che si muovevano disordinati come uno sciame di insetti, mostrando una
molteplicità di atteggiamenti verso la grande nave che era a poca distanza dal
loro mondo. Alcuni di essi proseguivano con ostentata indifferenza trasportando
sulle spalle ogni genere di mercanzia, mentre altri lanciavano fugaci sguardi
prima di ritrarsi, perché timorosi di mostrarsi troppo curiosi nell’indugiare
sul bastimento dalla cui poppa sventolava il vessillo inglese.
Il ragazzo che indossava una camicia blu si
coprì la fronte con la mano per riparare gli occhi cerulei dai raggi del
sole, e poter continuare a osservare
quel mondo così diverso da quello in cui
aveva vissuto fino ad allora. Ormai si
trovava a oltre quattromila miglia dalla sua casa, la sua adorata Londra.
Aveva implorato per mesi suo padre e sua madre
di permettergli di far visita a suo zio che governava la regione di Madras, e
alla fine, dopo infinite discussioni, era riuscito a spuntarla grazie alla sua
caparbietà.
Era riuscito a partire subito dopo il termine
delle lezioni primaverili all’Eton College, e ora aveva davanti a sé più di due mesi per visitare i luoghi che un
lontano parente aveva spesso descritto nelle sue lunghe e dettagliate
lettere, molte volte accompagnate da
qualche fotografia che lo ritraeva in
ambienti incredibilmente incantevoli.
Furono quelle righe, quelle immagini, a rapire
per sempre il suo cuore di diciottenne ormai pronto a varcare la soglia
dell’età in cui sarebbe stato considerato un uomo. Voleva che quel passaggio
coincidesse con quel meraviglioso viaggio atteso da mesi.
«Lord Lytton, credevo stesse ancora
riposando» esordì un ufficiale avvicinandosi.
Egli si voltò verso quella voce imperiosa
osservando con una punta di invidia l’uniforme dell’uomo, impeccabile come
sempre. Il tenente dei fucilieri di Sua Maestà appariva in tutta la sua
marziale figura: la divisa di un rosso sgargiante, la lunga fila di bottoni
dorati che ornava il petto fiero, la spada d’ordinanza con l’elsa raffigurante le
insegne della corona. Un degno alfiere dell’impero vittoriano.
In confronto a lui la figura esile di Jasper
appariva simile a un moderno Davide contro Golia. Era davvero un bene che
quell’uomo, seppur spavaldo, avesse mostrato da subito una certa simpatia per
lui, nonostante al suo esordio egli lo avesse apostrofato con un commento che
lo aveva mandato su tutte le furie.
La Pelican
era infatti in navigazione solo da poche ore quando il passeggero salito a bordo
all’ultimo scalo aveva deciso di godersi il panorama al tramonto. Una volta
uscito dalla cabina si era incamminato lungo il ponte salutando alcuni marinai
intenti a sistemare delle gomene.
Era alquanto insolito che un bastimento da
guerra ospitasse dei civili, ma il comandante, un caro amico del governatore di
Madras, aveva acconsentito a prendere a bordo il nipote giunto
dall’Inghilterra.
Il ragazzo aveva raggiunto la prua della nave
respirando la fresca brezza marina e contemplando l’immensa, placida distesa
che si allargava davanti ai suoi occhi.
Aveva sollevato di poco lo sguardo per osservare
una coppia di gabbiani che volava
intrecciando un balletto sinuoso, sfidandosi continuamente a chi saliva
più in alto nel cielo.
«Ragazzo, dove sono i tuoi genitori?» aveva
chiesto una voce alle sue spalle.
Il diciottenne si era voltato trovandosi davanti
a un ufficiale che lo stava guardando con evidente preoccupazione.
«Come ha detto, scusi?» aveva chiesto
visibilmente seccato.
«È pericoloso per un ragazzino girovagare da
solo sul ponte… questa in fondo è una nave da guerra della regia marina
britannica» aveva precisato quello
accendendo una pipa di radica.
«Con tutto il rispetto, signore, io ho diciotto
anni!» aveva replicato stizzito avvicinandosi.
L’ufficiale si era chinato per fissarlo con
attenzione.
Ora che poteva scorgerlo meglio non poteva non
rimanere affascinato dai lineamenti
delicati e aggraziati del suo giovane interlocutore. La luce del crepuscolo
donava alla sua carnagione nivea un calore che contrastava con i suoi occhi
tersi, e con i capelli biondo cenere.
«Dici davvero?» aveva insistito l’ufficiale.
«Non credo sia appropriato che un soldato dubiti
della parola di un nobile» aveva
precisato l’altro incrociando le braccia sul petto assumendo un fare sostenuto.
«Addirittura un nobile! Quindi ho preso ben due
abbagli…» - rise inchinandosi e togliendosi il copricapo - «Tenente Hardy
Scott…»
«Molto lieto. Io mi chiamo Jasper Lytton.»
«Il nipote di Lord Lytton? Il Governatore di
Madras?» aveva chiesto sorpreso il giovane ufficiale dai capelli castani.
«Esattamente. Lei lo conosce?»
«No, ma sono diretto proprio nella regione che è
sotto la sua amministrazione.»
«Arriveremo a destinazione con un lieve ritardo,
dopotutto” aveva osservato il tenente fissando anch’egli la gente operosa sotto
di loro.
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