martedì 30 giugno 2020

Viviana Leo: Cuore di cenere




Autore: Viviana Leo
Titolo: Cuore di cenere
Editore: Self publishing
Genere: Narrativa/Rosa
Pagine: 301
Anno di pubblicazione: 2017




SINOSSI
Può l’amore diventare un incubo?
Emma se lo chiede continuamente, imprigionata in una vita apparentemente perfetta. Omar, il suo compagno, agli occhi del resto del mondo è un uomo affascinante e carismatico, ma in realtà ogni giorno, fra le mura domestiche, per Emma si trasforma in un orco.
Quanto può reggere il cuore di una donna? E soprattutto, può la dolcezza di un altro uomo far risorgere Emma dalle sue ceneri?



IL LIBRO IN FORMATO E-BOOK È STATO ACQUISTATO SU AMAZON

LE IMMAGINI APPARTENGONO AI PROPRIETARI E 
NON GUADAGNO DA ESSE, 

SONO SOLO A SCOPO RAPPRESENTATIVO


Emma abita da due anni con Omar, il suo fidanzato. Omar è una persona “particolare”, non pretende molto da lei...
«Ti chiedo poco, Emma», mi dice a denti stretti a un palmo dalla mia faccia.
 «Mantenere una casa pulita e amarmi. Solo questo.
Eppure tu fai sempre qualcosa che mi fa arrabbiare. Lo fai apposta, vero?
Lo fai apposta, puttana!».
La sua voce è un crescendo.
 Un ringhio sommesso si trasforma in urlo,
mentre mi sbatte contro la parete del bagno.

Emma è diventata prigioniera di Omar e di se stessa. La sua vita è blindata, la casa deve essere immacolata, i cibi cotti alla perfezione e guai se dovesse esserci un granello di sale in più; lei conta minuziosamente ogni caloria che ingerisce, perché Omar la vuole longilinea, magra, senza un filo di grasso. 
Lei, per sopportare tutto questo, trova sicurezza nel contare. Conta sempre i passi che muove, sa dove sta andando, conosce la distanza che percorre e questo le dà serenità.  In casa, controlla ogni cosa almeno cinque volte, sempre. Non può permettersi una svista, una disattenzione, altrimenti Omar la noterà e inizierà a picchiarla... anche se poi se ne pente.
Qualunque mancanza, ovviamente, è colpa di Emma.
La ragazza ce la mette tutta a essere perfetta, a non farlo arrabbiare, ma Omar non perde occasione per sminuirla, dirle che è un fallimento.

Mi sento svuotata. Mi sento donna a metà.
Perché una donna che giace con un uomo che non la rispetta
 non è una donna, ma solo l’ombra di ciò che potrebbe essere.

Le botte passano, gli ematomi spariscono, il dolore si sopporta, ma quando le aggressioni diventano troppo violente, vicine quasi alla morte, Emma trova la forza di scappare. Ma dove può andare? Da quando si è trasferita da Omar non ha più amici e ha chiuso i rapporti persino con i suoi genitori.

Non voglio più tornare da Omar, non voglio più stare con lui.
Nel momento in cui ha provato a strangolarmi ho pensato di morire.
Mi sono salvata per puro miracolo e non voglio più provare quella sensazione,
 non voglio mettere a repentaglio la mia vita.

In un momento di rabbia, Omar aveva rinfacciato a Emma che è una persona inutile e si fa mantenere da lui: dovrebbe cercarsi un lavoro. Detto fatto, l’indomani, Emma esce in cerca di un lavoro e lo trova in una ferramenta. Il titolare è Mirko, un ragazzo piuttosto burbero e schivo.

Ha rovesciato il mio mondo da quando è entrata dalla porta
del mio negozio supplicandomi di avere un lavoro e ora
desidero metterlo in ordine solo per lei.

Mirko, fin da subito, ha notato la fragilità di Emma, lo sguardo spento e la paura disegnata sul suo volto. Lei, però, ci sa fare con i clienti. È cordiale, sorridente, e tutti i clienti le voglio bene.
Questo lavoro dà a Emma una briciola di libertà, la fa sentire utile e, in qualche modo, anche felice.
Mirko è l’unica persona  a lei vicino cui può chiedere rifugio dopo essere scappata da Omar. Lui la accoglie in casa sua, non chiede ma immagina cosa sia potuto accadere.
Grazie all’aiuto di Maria, la madre di Mirko, Emma riesce a confidarsi, trova in loro uno spiraglio di normalità e fiducia, ed è pronta a ricominciare una nuova vita.

Per la prima volta dopo due anni mi sento libera.

Omar, però, non si rassegna facilmente, la minaccia, la insulta, la cerca disperatamente. Questo fa paura a Emma, deve sempre guardarsi le spalle e teme che Omar riesca a ucciderla. Grazie a Mirko, inizia un corso di autodifesa che le infonde sicurezza e l’aiuta a sapersi proteggere da eventuali aggressioni.

Ho permesso a un uomo di annientarmi, e forse,
questo, non me lo perdonerò mai.

Non è semplice mettere una pietra sul passato e voltare pagina. Non è facile fare pace con se stessa e ripararsi. Sì, perché Emma è rotta, è stata spezzata da un uomo senza cuore.
Nel suo cammino, però, ha incontrato due persone che le hanno offerto una seconda vita, una seconda opportunità. Mirko e sua madre le sono stati d’aiuto più di chiunque altro e lei non può lasciarsi sfuggire questa occasione.

È la mia boccata di ossigeno dopo aver trascorso tanto tempo sott’acqua.

Emma è un personaggio con cui il lettore instaura subito una grande empatia. Prima la sua sottomissione, poi  il crollo, dopo la forza di rialzarsi. Chiunque farebbe il tifo per lei. Durante la lettura, è spontaneo dirle di scappare, di non farsi schiavizzare, impaurire, di reagire e denunciarlo. Forse, se non ci fossero stati Mirko e sua madre, lei non avrebbe avuto il coraggio di farlo. Le denunce, spesso, servono a poco o niente, prima che forze dell’ordine agiscano deve scapparci il morto. Solo allora intervengono.
Mirko è un altro protagonista che piace. Nella sua corazza burbera c’è un cuore sincero e delicato che sa ascoltare, aspettare, proteggere. È un’ancora di salvezza per Emma.
Ho amato Maria con i suoi vestiti sgargianti e il sorriso sul viso, tanto diversa dal figlio. Presente senza essere invadente, non ha mai interferito con le scelte di Mirko e di Emma.



Il romanzo è scritto a POV alternati, di Emma e Mirko, in prima persona.
La scrittura è fluida, piacevole, emozionante. Ogni parola è in perfetto equilibrio con l’argomento trattato e sa arrivare al cuore del lettore.
Sono certa non sia stato facile trattare un tema tanto comune, purtroppo, “la violenza sulle donne”.
L’uomo picchia, poi si pente. La donna subisce e perdona. La donna è circoscritta in quella vita che non le lascia scampo. Lui manipola ogni suo respiro e a lei non rimane altro che soccombere. Questi uomini violenti, spesso isolano la donna che rimane senza amici, senza il supporto dei familiari. Questo isolamento rende più forte l’uomo violento e più debole la partner. L’uomo continua a umiliarla, denigrarla, farla sentire una nullità, fino ad annientarla per renderla incapace di prendere qualsiasi iniziativa, di compiere qualsiasi azione non sia ordinata da lui. La donna diventa una bambola di stoffa, una marionetta da manovrare a proprio piacere. Reagire, a questo punto, diventa impossibile.
Dove vado? Con chi parlo? Chi mi crederà? Cosa farà la polizia? Il solo pensiero di non essere credute, di essere giudicate, fa desistere le donne dal denunciare.
Il messaggio è forte e chiaro. DENUNCIATE, non vergognatevi. Non è colpa vostra se esistono uomini stronzi che non sanno trattare una donna come merita. Nessuno sbagliata così tanto da essere picchiata, minacciata, violata nel corpo e nell’anima.
Questo romanzo è un colpo al cuore. Una delle letture più belle di quest’anno difficile.
Mi sono chiesta, durante la lettura, se in questo periodo di “clausura” dovuto al Covid, ci sono state donne costrette a vivere con uomini violenti. Uomini che non andavano a lavoro e restavano a casa con loro. Come si sono comportati? Che cosa è successo tra le mura domestiche?
Se ci penso sto male…
Non perdetevi questa lettura che consiglio vivamente.

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