COSÌ
È LA VITA … di Emme X
Riprendo, per l’ennesima volta, a far scorrere la
penna nera sul foglio bianco.
All'improvviso, vedo il “suo” viso specchiarsi
tra le parole che ho scritto e anche tra quelle che devo ancora scrivere. Nei
“suoi” occhi vedo brillare qualcosa di gioioso, di impertinente, di curioso che
io non ho. Per un istante, i miei occhi hanno un lampo di dolcezza, poi tornano
duri e bui. Tristi e malinconici … come sempre. L’intero mio volto si rabbuia,
non è sereno: è il viso di una ragazza già donna che ha grandi delusioni e
briciole di serenità. Attorno a me c’è silenzio. Un silenzio così pauroso che
mi fa quasi male. Per far rumore, provo a immaginare una canzone qualunque,
nella mia testa, ma non mi sovviene alcun motivo, nessuna nota musicale … ripiombo
nel silenzio. Immagino il “suo” respiro accanto al mio e, sul mio viso, si
forma un’ombra che proviene da quel vivido pensiero. Mi sforzo di pensare ad
una sciocchezza, così, per ingannare il tempo. L’unico pensiero che riesco a
raggiungere è “lui”. Lui, lui, sempre e soltanto lui. Ragione di vita e di
angoscia. Lo amo, ma sono troppo prepotente, egoista e testarda per farglielo
capire. Non voglio apparire come quelle donne, belle e stupide, che ridono
civettuole ad ogni uomo che respira loro accanto. Non voglio diventare idiota.
L’amore fa questo effetto, a volte. E gli uomini? Ah, esseri infantili e
infinitamente semplici! Gli dai un gioco nuovo e si divertono. Fanno i duri con
i deboli e diventano stupidi e accomodanti con chi li sa dominare. La “sua”
presenza, come un fantasma tra le mura domestiche, mi ossessiona. Provo ad
alzarmi, mi specchio: capelli neri, lunghi, nemmeno una ciocca fuori posto.
Nonostante l’estremo ordine in cui mi trovo, noto in me un senso di abbandono.
Di certo, il mio volto apparirebbe un po’ più dolce se non fosse offuscato
dallo sconforto. Inutile, l’immagine di “lui” mi perseguita: adesso si è
frapposta tra me e lo specchio. Frammenti e immagini di “lui” mi lampeggiano in
testa come se stessi girando la manopola di una radio antica, avanti e
indietro, attraverso le frequenze della memoria. La ragazzina spaventata di un
tempo e la donna complicata che sto diventando, coabitano ormai nello stesso
corpo. Vivo da estranea la mia stessa vita, tutto il resto neppure mi
sfiora. Nemmeno sapere di essere amata
da un uomo che per me non esiste. Non lo vedo nemmeno … povero uomo! Soffre così come soffro io. Dovrebbe bastare
questo a farmelo amare, invece di perdere tempo con chi è irraggiungibile. Ma
la mia vita è fatta così: amo chi non mi ama, e sono amata da chi, forse, non
amerò mai.
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