martedì 7 luglio 2015

Bianca Rita Cataldi: Isolde non c'è più - Recensione di Emme X

4 su 5
Autore: Bianca Cataldi
Titolo: Isolde non c’è più
Editore: Self publishing
Genere: Narrativa per ragazzi
Data di pubblicazione: 2014
Pagine: 72

Sinossi:
ROMANZO BREVE 
Golvan è un adolescente come tanti, costantemente affamato di verità su di sé e sul mondo che lo circonda. È innamorato da sempre di Gwenn, splendida coetanea con la quale, però, non ha nulla in comune e non riesce neppure a metter su una conversazione di senso compiuto. Totalmente diverso è il rapporto che ha con Isolde, una donna più grande di lui di sei anni che conosce da quando era poco più che un bambino e che ha sempre visto come modello e guida nella vita. Isolde, occhi verdi e sorriso enigmatico, è la sua migliore amica, la sua confidente e la sua compagna di telefilm. Con lei beve cioccolata calda alla cannella e ascolta musica steso su un tappeto. Quanto è sottile la linea che divide l’amicizia dall’amore? La scomparsa improvvisa di Isolde farà emergere sensazioni, gioie ed emozioni che la vita quotidiana aveva soffocato e nascosto. Perché l’amore sa sempre come trovare la strada e venire alla luce. 

La mia recensione
Una storia di amicizia e amore, vissuti nell’età più difficile: l’adolescenza.
Il racconto è narrato dal punto di vista di Golvan, un ragazzo con la passione per i nomi celtici e i loro significati. 
Golvan ha tanti progetti per il suo futuro, uno tra questi andare in Minnesota entro i venticinque o i trent’anni al massimo.
Ha un amico molto diverso da lui, Blez che significa “lupo”. La scena più divertente, che proprio mi ha fatto ridere è quando Golvan esprime il suo pensiero su Giselle, la sorella di Blez.
Sorrido anche adesso, al solo pensiero.

Golvan è anche innamorato e non è cosa da poco. Ama Gwen da ben tre anni, ma non glielo ha mai detto.
In tutto questo c’è una persona di qualche anno più grande, speciale, un po’ solitaria, con l’anima ferita: Isolde.
Anche se Golvan sembra un tipo asociale  - pochi e inesistenti amici, vita sociale pari a zero al punto da far preoccupare la madre – ha parlantina e curiosità da vendere.
L’autrice riesce a rendere poesia i gesti semplici e quotidiani. Ogni singola frase è armonia. Persino quando scrive che Blez dice “cazzo”, non è volgare. È Blez che lo dice, è lui che non può fare a meno di pronunciarsi così.
Sebbene i protagonisti e la narrazione siano adatti a un pubblico giovane, ognuno di noi è stato adolescente. Leggere questo romanzo breve, è come fare un tuffo nel passato e rivivere quel periodo: è facile rievocare una delusione, un sorriso, una lacrima, una fesseria combinata per sembrare grandi.
Quindi, perché non leggerlo?
Consigliato.


Nessun commento:

Posta un commento

E' vietata la pubblicazione e la distribuzione dei contenuti non autorizzata dall'autore.
copyright © 2014 by Emme X.