Autore:
Federica Bosco
Titolo:
Ci vediamo un giorno di questi
Editore:
Garzanti
Genere:
Narrativa
Data di
pubblicazione: settembre 2017
Pagine:
310
SINOSSI
Quando l’amicizia è infinita come il
mare
A volte per far nascere un’amicizia senza fine basta un biscotto condiviso nel
cortile della scuola. Così è stato per Ludovica e Caterina, che da quel giorno
sono diventate come sorelle. Sorelle che non potrebbero essere più diverse
l’una dall’altra. Caterina è un vulcano di energia, non conosce cosa sia la paura.
Per Ludovica la paura è una parola tatuata a fuoco nella sua vita e sul suo
cuore. Nessuno spazio per il rischio, solo scelte sempre uguali. Anno dopo
anno, mentre Caterina trascina Ludovica alle feste, lei cerca di introdurre un
po’ di responsabilità nei giorni dell’amica dominati dal caos. Un’equazione
perfetta. Un’unione senza ombre dall’infanzia alla maturità, attraverso
l’adolescenza, fino a giungere a quel punto della vita in cui Ludovica si rende
conto che la sua vita è impacchettata e precisa come un trolley della Ryanair,
per evitare sorprese al check-in, un muro costruito meticolosamente che la
protegge dagli urti della vita: lavoro in banca, fidanzato storico, niente
figli, nel tentativo di arginare le onde. Eppure non esiste un muro così alto
da proteggerci dalle curve del destino. Dalla vita che a volte fortifica,
distrugge, cambia. E, inaspettatamente, travolge. Dopo un’esistenza passata da
Ludovica a vivere della luce emanata dalla vitalità di Caterina, ora è
quest’ultima che ha bisogno di lei. Ora è Caterina a chiederle il regalo più
grande. Quello di slacciare le funi che saldano la barca al porto e lasciarsi
andare al mare aperto, dove tutto è pericoloso, inatteso, imprevisto. Ma
inevitabilmente sorprendente.
Federica Bosco è una delle scrittrici italiane più
amate. Un’autrice da un milione di copie vendute. Ogni suo libro domina le
classifiche e riceve il plauso della stampa. In questo nuovo romanzo supera sé
stessa riuscendo nel compito che solo i narratori più autentici e grandi riescono
ad assolvere: ci parla di noi. Ci vediamo un giorno di questi racconta
l’amore ma anche il dolore, racconta le mille sfaccettature dell’animo umano.
Racconta l’amicizia più forte e più variegata, l’amicizia più fragile ma anche
più duratura: quella tra donne.
«Federica Bosco con i suoi bestseller ha venduto un
milione di copie.»
Donna Moderna
«Federica Bosco è una scrittrice ironica e
intelligente.»
Grazia
Ci sono
storie che non lasciano niente. Storie che si dimenticano.
Poi ci
sono storie che emozionano. Storie che vorresti non finissero mai.
Questa
è un romanzo meraviglioso e commovente. Un romanzo che scava dentro di noi. Un
romanzo che non si può dimenticare…
Un’amicizia
nata per caso.
Due
bambine differenti: l’alfa e l’omega, Yin e Yang, il giorno e la notte,
l’esuberanza e l’anonimato.
Uso
le parole dell’autrice, così capirete meglio.
“Non
c’era niente che ci accomunasse:
lei
aveva assoluta fiducia nel prossimo,
io
diffidavo anche della mia stessa ombra;
lei brillava come un faro,
io al
massimo come una lucciola;
lei era
l’anima della festa,
io la
tappezzeria beige”.
Cate e Ludo: due
amiche, due sorelle, due anime gemelle, due opposti che si attraggono, due
pezzi di puzzle che si incastrano perfettamente pur essendo diversi.
Ludovica è la voce narrante. Lei
è quella ragionevole, ordinaria, pignola, precisa, rigida….
Cate, invece, è un vulcano, un
fiume in piena, una sovversiva, una ribelle, una che affronta la vita a morsi e
non si arrende mai…
“I suoi
treni non conoscevano binari morti, arrivavano tutti a destinazione”.
Quest’amicizia
nata tra i banchi di scuola, è una fonte di luce per la nostra Ludo. In Cate
trova tutto quello che lei non sarà mai. E Cate, in lei, trova la sicurezza, la
stabilità, l’equilibrio che le manca.
Quest’amicizia
è molto forte. Indistruttibile. Eppure, a volte, capita di dire una parola di
troppo, un urlo più forte, una cattiveria che si poteva risparmiare… basta poco
per far esplodere tutta la loro diversità. Quelle parole di poco prima
diventano silenzi. Lunghi. Interminabili. Assordanti.
Cate,
dopo un litigio, parte. Ritorna dopo un anno, ed è come se fosse andata via il
giorno prima. Tutto ritorna al suo posto, ma con una persona in più: è incinta.
Intanto
Ludo ha continuato la sua grigia e ordinaria esistenza. Conosce Paolo, un
collega. La loro è una storia non-storia. Una relazione un po’ di comodo, molto
piatta e monotona ma rassicurante.
Il
ritorno di Cate e la nascita di Gabriel, intaccano un po’ la sua non-storia con
Paolo.
A un
certo punto, la furia si scatena per via un prestito… da qui parte la vicenda.
Se per
vent’anni Paolo è rimasto in sordina, tessendo una tela invisibile e spietata,
adesso è il momento di iniziare le manipolazioni, i ricatti velati, il “ti
amavo” improvviso che mette in discussione tutta la vita passata, presente e
futura di Ludovica.
“Non
era stata una litigata di quelle che poi fai pace,
piangi
e giuri che non succederà più.
Era un
precedente di quelli che dopo ti muovi fra le mine,
stando
attenta a dove metti i piedi per non saltare in aria”.
Ludo
inizia a sentirsi divisa tra i sentimenti e i sensi di colpa. Si trova in mezzo
a due affetti che non riesce a equilibrare o amalgamare, perché Paolo e Cate
sono incompatibili. Si trova in una situazione in cui tutti hanno ragione e
torto insieme. Dove basta una parola sbagliata per ribaltare tutto, insinuare
il dubbio, giudicare e condannare.
Ludo
non vuole litigare con Paolo, ma non vuole nemmeno rinunciare Cate e Gabriel.
Si trova in una situazione perversa che non ha via d’uscita.
“Sapevano
che Paolo era diventato aggressivo,
sapevano
che si comportava male con me,
sapevano
che mi manipolava,
e lo
sapevano solo perché volevano bene a me
e mi
avevano vista appassire giorno dopo giorno,
come
solo un amore tossico riesce a ridurti”.
Tutta
la storia gira intorno a quest’amicizia che si consolida negli anni, nonostante
i litigi, le partenze e i ritorni, le urla e i silenzi, le incomprensioni e i
tarli insinuati per creare scompiglio. Non c’è niente che possa separare
veramente Ludo e Cate. Non c’è niente che l’una non farebbe per l’altra e
viceversa. Una cosa è certa: nel momento del bisogno, ci sono sempre.
La
scrittura ipnotica, riesce a catturare il lettore fin dalle prime frasi. L’autrice riesce ad alleggerire alcune
situazioni con brevi battute che ti strappano un sorriso, smorzando l’atmosfera
austera di certi argomenti dolorosi. È
capace di mettere un sorriso, lì dove un attimo prima batteva il cuore dalla
commozione. Il tempismo perfetto.
C’è
qualcosa di magico, nostalgico e introspettivo in questo romanzo.
C’è un
messaggio non detto o forse, talmente urlato da sfuggire.
Io ho
colto questo: Non prendere le persone
per scontate, domani potrebbe essere
troppo tardi.
Ci sono
dolori, rimpianti, rimorsi che nascono dalle cose non dette, non fatte. Dagli
abbracci mancati, dalle telefonate arrivate troppo tardi, dai sorrisi persi per
strada, dai saluti che non riceveremo più, dalla nostra assenza. Allora
rimangono i ricordi. Teniamo vivi quelli belli… e perdoniamoci.
Leggete,
leggete, leggete questo romanzo. Amerete Ludo e Cate, probabilmente vi
mancheranno, ma loro sono lì, tra le pagine di questo libro. Loro sono accanto
a voi, cercatele tra le persone che amate.
Consigliatissimo.