REBECCA WOODCREST
presenta...
Titolo:
Trasformazione Irreversibile
Autore: Rebecca Woodcrest
Editore: Delos Digital
Data di pubblicazione:
20 ottobre 2015
Genere: Romance-Erotico
Formato: ebook
Lunghezza pagine: 67
Prezzo: 1,99 euro
link d'acquisto: su tutti gli store
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SINOSSI
Un appartamento a Notting Hill, una storia
d'amore stabile, un lavoro sicuro: Beth Carson ha tutto quello che può volere
dalla vita. Finché non incontra Wiliam...
Beth Carson ha tutto quello che può volere dalla vita: un appartamento a Notting Hill, una storia d'amore stabile, un lavoro sicuro... finché non incontra Wiliam Morris, fotografo di professione. Quello che doveva essere solo un incontro lavorativo si trasforma in un legame profondo, un'amicizia viscerale tra due anime che si riconoscono all'istante. Almeno, questo è quello che continua a raccontarsi Beth, cercando di ignorare l'attrazione sbagliata e travolgente che corre tra loro: può una simile passione incendiare il suo mondo senza distruggerlo? Può un amore colpevole vincere l'ostacolo della sua stessa natura?
Beth Carson ha tutto quello che può volere dalla vita: un appartamento a Notting Hill, una storia d'amore stabile, un lavoro sicuro... finché non incontra Wiliam Morris, fotografo di professione. Quello che doveva essere solo un incontro lavorativo si trasforma in un legame profondo, un'amicizia viscerale tra due anime che si riconoscono all'istante. Almeno, questo è quello che continua a raccontarsi Beth, cercando di ignorare l'attrazione sbagliata e travolgente che corre tra loro: può una simile passione incendiare il suo mondo senza distruggerlo? Può un amore colpevole vincere l'ostacolo della sua stessa natura?
Un estratto:
“Metà ottocento. No, fine ottocento,
penso quando vedo gli interni della casa.
L’ingresso dà direttamente su una scala
che porta al piano di sopra, ma a sinistra intravedo un salotto e a destra una
cucina. È un miscuglio di mobili e quadri fin du siecle: mi sembra
di essere stata catapultata indietro nel tempo in un ambiente un po’ dandy e un
po’ belle-epoque. Scorgo di sfuggita una bottiglia di Ricard e una di assenzio,
poggiate sul tavolino del salotto. Un po’ un cliché, sorrido sarcastica tra me
e me.
– Si può? – urlo a voce un po’ troppo
alta, in direzione della rampa di scale.
– Vieni su – grida in risposta una strana
voce, dal piano superiore.
Okay, arrivata in cima alle scale, mi
trovo su un pianerottolo: di fronte a me e a destra, un corridoio e due porte
chiuse, mentre a sinistra intravedo una grande stanza luminosa. Mi avvicino
piano, e lo spettacolo che mi si presenta davanti mi fa ammutolire. La stanza è
ingombra di quegli ombrelli che usano i fotografi e di grandi pannelli bianchi
– credo servano per sistemare la luce. E poi c’è una modella biondissima, in
posa davanti a uno sfondo elaborato che riprende un motivo floreale. La ragazza
indossa un vestito identico a quello indossato da Fanny Cornforth in “Bocca
Baciata”, un dipinto di Rossetti che riconosco subito. E anche la posa, con le
braccia mollemente accostate, il viso languido appena sollevato, è simile a
quella del quadro originale. Un ragazzo con una macchina fotografica gira
attorno alla modella, scattando un’infinita sequenza di foto.
Mi dà le spalle, ma posso sentire la
sua voce.
Impartisce alla bionda una serie di rapide
istruzioni: – Volta un po’ la testa a sinistra. Più su il mento, scosta un po’
i capelli sulle spalle – e via di seguito. Dopo un po’ smetto di capire il
significato di quelle parole, perché sono affascinata da quella voce… è diversa
da qualsiasi altra voce maschile io abbia mai sentito. Ha un timbro vocale che
è quasi impossibile da definire. È roca, a tratti, ma non è una voce forte, non
è profonda: è chiara, con una musicalità tutta sua, e un timbro pulito e
fluido, caldo, è… divina. Osservo “Wiliam con una elle sola” scattare frenetico
per un po’, poi si ferma, cambia obiettivo, mi pare. Non si gira verso di me, è
presissimo dal suo lavoro. Scommetto che non mi ha nemmeno notata. Io sono ben
contenta di potermene stare un po’ in disparte, di poterlo osservare nel suo
elemento, prima di cominciare l’intervista.
Si gira un po’ di più, e finalmente lo
vedo.
È alto, ma non altissimo, leggermente più
basso di Ian: sarà sul metro e ottanta. È magro, snello, ma sotto il
maglioncino nero si intravedono dei muscoli ben definiti. Indossa jeans dello
stesso colore del maglione, e tutto questo nero contrasta incredibilmente con
il suo viso. Perché il suo viso è “luce chiara”, mi balenano in mente queste
parole. Ha gli occhi azzurri e i capelli, di un biondo molto tenue, gli
incorniciano il bel volto. Sulla cima hanno il colore del grano e alle
estremità formano piccole onde più chiare. Ha un leggero accenno di barba, che
nella luce del tardo pomeriggio e delle lampade artificiali risplende di biondo
e di rosso.
C’è qualcosa, qualcosa in lui…qualcosa
dietro, dentro ai suoi occhi. Mi vengono le vertigini, come un
senso di straniamento, come se mi mancasse la terra da sotto i piedi. Di colpo
mi viene in mente un flashback di quando, da piccola, i miei mi portarono per
la prima volta da Harrod’s. Eravamo andati lì per scegliere quella che sarebbe
stata la mia Barbie per Natale. Ma io vidi un orsacchiotto bruno, bellissimo,
con un gigantesco fiocco rosso. Volevo, volevo assolutamente
quell’orsacchiotto.
Ero troppo grande per un peluche, non ci
giocavo più da secoli, mentre adoravo le Barbie. Io e mia cugina Francis
passavamo ore a giocarci. Le bambole finivano sempre con gli arti ciondolanti
dopo un’escursione a cavallo, o con i capelli a spazzolone, tagliati in modo
irreparabile dopo la visita al “salone di bellezza”. L’orsacchiotto era
totalmente inutile, una scelta irrazionale, impulsiva, una cosa di cui non solo
non avevo bisogno, ma di cui non riuscivo nemmeno a spiegare l’interesse. Ma
dovevo averlo, dovevo portarlo a casa, metterlo nella mia stanza, averlo nella
mia vita.
Non c’è modo migliore per spiegare quello
che mi sta succedendo in questa stanza, ora. Non capisco perché, non so come:
so solo che voglio “Wiliam con una elle sola” nella mia vita. Devo averlo.
– Puoi andare, Trina – dice Wiliam alla
modella bionda.
Lei scende dalla piattaforma e, prima di
uscire, gli dà un rapido bacio sulle labbra. Lui reagisce con noncuranza, come
se ci fosse abituato. Poi si gira verso di me, e mi scruta attentamente per una
manciata di secondi che pare interminabile: – Elisabeth Carson della Salinger,
giusto?
– Proprio io. Wiliam con una sola elle,
giusto? – rispondo facendogli il verso. Ma come diavolo mi è venuta questa?
Lui sorride, ma più che un sorriso è un
mezzo sogghigno, a metà tra il divertito e il compiaciuto. È cambiato qualcosa
nel suo sguardo, come se la nebbia si fosse dissipata all’improvviso, come se
fosse… sorpreso. Mi soppesa ancora per un attimo, e pare diventare leggermente
meno spavaldo, meno sicuro di sé, quando mi chiede: – Cibo e birra, ti va? Non
stiamo qui a parlare, sono stato chiuso in casa tutto il giorno.
– Ah…va bene, ci sto. Noi di solito
andiamo al Wellington… – inizio a dire.
– E io ti porto a Camden Town – mi
interrompe lui, infilandosi un cappotto di panno nero e facendomi un sorriso
divertito da bambino pestifero.”
Biografia
Rebecca Woodcrest è autrice di numerosi
romanzi, dal genere fantasy alla giallistica. Laureata in Letteratura, vive a
Portsmouth, nel Regno Unito, col suo compagno e un'infinità di libri.
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