venerdì 23 ottobre 2015

Rebecca Woodcrest: Tentazione irreversibile

REBECCA WOODCREST

presenta...

Titolo: Trasformazione Irreversibile
Autore: Rebecca Woodcrest
Editore: Delos Digital
Data di pubblicazione: 20 ottobre 2015
Genere: Romance-Erotico
Formato: ebook
Lunghezza pagine: 67
Prezzo: 1,99 euro

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SINOSSI
Un appartamento a Notting Hill, una storia d'amore stabile, un lavoro sicuro: Beth Carson ha tutto quello che può volere dalla vita. Finché non incontra Wiliam...

Beth Carson ha tutto quello che può volere dalla vita: un appartamento a Notting Hill, una storia d'amore stabile, un lavoro sicuro... finché non incontra Wiliam Morris, fotografo di professione. Quello che doveva essere solo un incontro lavorativo si trasforma in un legame profondo, un'amicizia viscerale tra due anime che si riconoscono all'istante. Almeno, questo è quello che continua a raccontarsi Beth, cercando di ignorare l'attrazione sbagliata e travolgente che corre tra loro: può una simile passione incendiare il suo mondo senza distruggerlo? Può un amore colpevole vincere l'ostacolo della sua stessa natura? 


 Un estratto
Metà ottocento. No, fine ottocento, penso quando vedo gli interni della casa.
L’ingresso dà direttamente su una scala che porta al piano di sopra, ma a sinistra intravedo un salotto e a destra una cucina. È un miscuglio di mobili e quadri fin du siecle: mi sembra di essere stata catapultata indietro nel tempo in un ambiente un po’ dandy e un po’ belle-epoque. Scorgo di sfuggita una bottiglia di Ricard e una di assenzio, poggiate sul tavolino del salotto. Un po’ un cliché, sorrido sarcastica tra me e me.
– Si può? – urlo a voce un po’ troppo alta, in direzione della rampa di scale.
– Vieni su – grida in risposta una strana voce, dal piano superiore.
Okay, arrivata in cima alle scale, mi trovo su un pianerottolo: di fronte a me e a destra, un corridoio e due porte chiuse, mentre a sinistra intravedo una grande stanza luminosa. Mi avvicino piano, e lo spettacolo che mi si presenta davanti mi fa ammutolire. La stanza è ingombra di quegli ombrelli che usano i fotografi e di grandi pannelli bianchi – credo servano per sistemare la luce. E poi c’è una modella biondissima, in posa davanti a uno sfondo elaborato che riprende un motivo floreale. La ragazza indossa un vestito identico a quello indossato da Fanny Cornforth in “Bocca Baciata”, un dipinto di Rossetti che riconosco subito. E anche la posa, con le braccia mollemente accostate, il viso languido appena sollevato, è simile a quella del quadro originale. Un ragazzo con una macchina fotografica gira attorno alla modella, scattando un’infinita sequenza di foto.
Mi dà le spalle, ma posso sentire la sua voce.
Impartisce alla bionda una serie di rapide istruzioni: – Volta un po’ la testa a sinistra. Più su il mento, scosta un po’ i capelli sulle spalle – e via di seguito. Dopo un po’ smetto di capire il significato di quelle parole, perché sono affascinata da quella voce… è diversa da qualsiasi altra voce maschile io abbia mai sentito. Ha un timbro vocale che è quasi impossibile da definire. È roca, a tratti, ma non è una voce forte, non è profonda: è chiara, con una musicalità tutta sua, e un timbro pulito e fluido, caldo, è… divina. Osservo “Wiliam con una elle sola” scattare frenetico per un po’, poi si ferma, cambia obiettivo, mi pare. Non si gira verso di me, è presissimo dal suo lavoro. Scommetto che non mi ha nemmeno notata. Io sono ben contenta di potermene stare un po’ in disparte, di poterlo osservare nel suo elemento, prima di cominciare l’intervista.
Si gira un po’ di più, e finalmente lo vedo.
È alto, ma non altissimo, leggermente più basso di Ian: sarà sul metro e ottanta. È magro, snello, ma sotto il maglioncino nero si intravedono dei muscoli ben definiti. Indossa jeans dello stesso colore del maglione, e tutto questo nero contrasta incredibilmente con il suo viso. Perché il suo viso è “luce chiara”, mi balenano in mente queste parole. Ha gli occhi azzurri e i capelli, di un biondo molto tenue, gli incorniciano il bel volto. Sulla cima hanno il colore del grano e alle estremità formano piccole onde più chiare. Ha un leggero accenno di barba, che nella luce del tardo pomeriggio e delle lampade artificiali risplende di biondo e di rosso.
C’è qualcosa, qualcosa in lui…qualcosa dietro, dentro ai suoi occhi. Mi vengono le vertigini, come un senso di straniamento, come se mi mancasse la terra da sotto i piedi. Di colpo mi viene in mente un flashback di quando, da piccola, i miei mi portarono per la prima volta da Harrod’s. Eravamo andati lì per scegliere quella che sarebbe stata la mia Barbie per Natale. Ma io vidi un orsacchiotto bruno, bellissimo, con un gigantesco fiocco rosso. Volevo, volevo assolutamente quell’orsacchiotto.
Ero troppo grande per un peluche, non ci giocavo più da secoli, mentre adoravo le Barbie. Io e mia cugina Francis passavamo ore a giocarci. Le bambole finivano sempre con gli arti ciondolanti dopo un’escursione a cavallo, o con i capelli a spazzolone, tagliati in modo irreparabile dopo la visita al “salone di bellezza”. L’orsacchiotto era totalmente inutile, una scelta irrazionale, impulsiva, una cosa di cui non solo non avevo bisogno, ma di cui non riuscivo nemmeno a spiegare l’interesse. Ma dovevo averlo, dovevo portarlo a casa, metterlo nella mia stanza, averlo nella mia vita.
Non c’è modo migliore per spiegare quello che mi sta succedendo in questa stanza, ora. Non capisco perché, non so come: so solo che voglio “Wiliam con una elle sola” nella mia vita. Devo averlo.
– Puoi andare, Trina – dice Wiliam alla modella bionda.
Lei scende dalla piattaforma e, prima di uscire, gli dà un rapido bacio sulle labbra. Lui reagisce con noncuranza, come se ci fosse abituato. Poi si gira verso di me, e mi scruta attentamente per una manciata di secondi che pare interminabile: – Elisabeth Carson della Salinger, giusto?
– Proprio io. Wiliam con una sola elle, giusto? – rispondo facendogli il verso. Ma come diavolo mi è venuta questa?
Lui sorride, ma più che un sorriso è un mezzo sogghigno, a metà tra il divertito e il compiaciuto. È cambiato qualcosa nel suo sguardo, come se la nebbia si fosse dissipata all’improvviso, come se fosse… sorpreso. Mi soppesa ancora per un attimo, e pare diventare leggermente meno spavaldo, meno sicuro di sé, quando mi chiede: – Cibo e birra, ti va? Non stiamo qui a parlare, sono stato chiuso in casa tutto il giorno.
– Ah…va bene, ci sto. Noi di solito andiamo al Wellington… – inizio a dire.
– E io ti porto a Camden Town – mi interrompe lui, infilandosi un cappotto di panno nero e facendomi un sorriso divertito da bambino pestifero.”


Biografia 
Rebecca Woodcrest è autrice di numerosi romanzi, dal genere fantasy alla giallistica. Laureata in Letteratura, vive a Portsmouth, nel Regno Unito, col suo compagno e un'infinità di libri.




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