INTERVISTA A BIANCA RITA CATALDI.
A dedicarci
il suo tempo, aiutandoci a conoscerla meglio, oggi e l’autrice – nonché editor
– Bianca Rita Cataldi.
Di sé dice: "Ho due anime: una è quella di
una bambina che ha bisogno di sognare, l’altra è quella di una donna che ha
qualcosa da testimoniare. Devo accontentarle entrambe."
La conosceremo come persona, come lettrice, naturalmente come
scrittrice e, infine, parleremo dei suoi libri.
PARLACI DI TE
D. Chi è
Bianca Rita Cataldi?
R. Domanda
difficile! È un’editor, un’autrice e, sopra ogni cosa, è un’appassionata
lettrice.
D. I
colori indicano che tipo di persona siamo. Quali sono i tuoi colori preferiti?
Perché?
R. I miei
colori preferiti sono il verde e l’azzurro polvere. Il primo mi ricorda i verdi
prati d’Irlanda, Paese del quale sono follemente innamorata, e il secondo è un
colore che mi rasserena e che mi fa pensare al cielo quando sta per piovere.
D. Usa un
solo aggettivo per descriverti.
R. Determinata
D. Quando
è nata la tua passione per la scrittura?
R. In realtà
non ricordo un momento della mia vita in cui non abbia scritto. Da quando ho
imparato a scrivere non ho mai smesso di farlo: piccoli racconti, timide poesie
e poi, al liceo, il mio primo romanzo.
D. Le tue
giornate sono piene d’impegni. Da dove arriva la scelta di aprire una Casa
Editrice?
R.
Sicuramente dal desiderio di trasformare la mia più grande passione in una
professione, unito al bisogno di dar voce a tanti talenti che spesso cadono nel
dimenticatoio, sovrastati dalle dure leggi del mercato che vedono prevalere
soltanto il genere letterario e le mode del momento.
CHE LETTRICE SEI?
Prima di
scrivere si deve aver letto molto.
D. Ti
piace leggere in solitudine oppure va bene qualsiasi luogo?
R. Adoro la
solitudine perché non mi piace essere interrotta, ma leggo agevolmente anche in
autobus, in treno o al tavolino di un bar. L’importante è che nessuno mi
rivolga la parola. Non è il brusio altrui a infastidirmi quanto piuttosto
l’essere interpellata mentre sto leggendo.
D. Qual è
stato il primo libro che hai letto? A che età?
R. La casa che canta! Era un libro
illustrato per bambini e avevo cinque anni.
D. Hai un
libro che ti è rimasto nel cuore?
R. Non mi uccidere di Chiara Palazzolo, il
primo volume della trilogia di Mirta-Luna. Un romanzo intenso che spacca il
cuore. Indimenticabile.
D. Hai un
genere preferito di lettura?
R. Non
esattamente. Leggo davvero tutto e amo tutto. In quest’ultimo periodo, però,
devo ammettere che ho un debole particolare per i romanzi distopici.
D.
Preferisci leggere digitale o cartaceo?
R. Il
cartaceo è pur sempre il cartaceo, ma non ho nessun problema col digitale.
Anzi, grazie al Kindle sono riuscita a leggere Dickens e Omero in autobus. Per
leggere dal cartaceo sarei dovuta uscire con un trolley.
D. Ti
piace scrivere recensioni o lasciare un commento su ciò che hai letto?
R. Sì, anche
se per mancanza di tempo sono stata costretta a ridurre di molto la quantità
dei miei commenti. Mi piace farlo, però, perché so quanto sia importante per
gli autori.
D. Prima
di acquistare un libro, ti lasci influenzare dalle recensioni già scritte?
R. Non molto
perché so che al 50% sono false.
D. Che
caratteristiche deve avere, un romanzo, per spingerti ad acquistarlo?
R. Deve
incuriosirmi con una sinossi mozzafiato. Le storielle non fanno per me.
CHE SCRITTRICE SEI
Adesso
arriviamo al momento clou dell’intervista.
D. Da
dove nasce l’ispirazione dei tuoi romanzi?
R. Dalla
vita quotidiana, da ciò che mi viene raccontato, dai miei ricordi, dalle
numerose persone che incontro, da una chiacchierata con un professore… tutto
ciò che ci circonda può diventare materia letteraria.
D. Quanti
libri hai scritto? Solo il numero, perché approfondiremo dopo.
R. Quattro
pubblicati
D. Se non
sbaglio, sei entrata nel mondo della scrittura come autrice self. Cos’è
cambiato da quando pubblichi con Case Editrici?
R. No, sono
entrata con una casa editrice, ma successivamente ho ripubblicato quello stesso
romanzo d’esordio come self. Non ho avvertito grandi differenze, almeno fino a
questo momento, perché anche da self, pur essendo io stessa un’editor, mi sono
sempre rivolta a professionisti che editassero il mio romanzo e mi aiutassero
nella pubblicazione.
D. Qual è
la differenza essenziale tra self e CE?
R. La casa
editrice (quando è seria) porta avanti un lavoro di correzione bozze, di
editing e di assistenza alla pubblicazione che un self non potrebbe
sperimentare altrimenti, se non rivolgendosi a dei freelance. La CE ti segue
dal primo all’ultimo passo ed è importante avere qualcuno che ti sostenga in un
momento come questo.
D. Esiste
una CE con la quale vorresti pubblicare? Perché?
R. Marsilio,
Einaudi, Neri Pozza. Adoro i loro libri. Vedo la qualità da un miglio di
distanza.
D. Che
rapporto hai con gli altri scrittori?
R. Di
amicizia e di profonda stima. Evito le diatribe come la peste.
D. Che
cosa permette a uno scrittore di definirsi tale?
R. Il
semplice fatto di scrivere. Dovremmo smetterla con la pantomima del “non son
degno di tal nome”. Fai muri? Sei un muratore. Lavi i piatti? Sei un
lavapiatti. Scrivi? Sei uno scrittore. La lingua italiana non mente. Non pensi
di essere uno scrittore? Allora non lo sei. Smetti di scrivere.
D.
Prendiamo un libro a caso “Isolde non c’è più”. Di cosa parla? Perché piace?
R. È la
storia della fine di un’adolescenza, momento critico nella vita di ognuno di
noi. Piace perché chiunque abbia più di sedici anni può riconoscersi in Golvan.
Non ho inventato niente, ho raccontato pura
vita, per parafrasare De Carlo.
D. A quale
dei tuoi romanzi sei più affezionata?
R. Il fiume scorre in te, il mio romanzo
d’esordio. Il primo amore non si scorda mai.
D. C’è un
protagonista dei tuoi romanzi che vorresti tirare fuori dalle pagine e avere
come amico/a?
R. Eleonora
di Il fiume scorre in te. Non posso,
però. Non vorrei fare spoiler, ma è che la poverina non è che faccia poi questa
gran bella fine, nel romanzo…
D. I tuoi
romanzi spaziano tra diversi generi, oppure appartengono alla stessa categoria?
Perché questa scelta?
R. Spaziano
e anche di molto: dal fantasy al romance storico, dalla storia vera al
distopico. Ho due anime: una è quella di una bambina che ha bisogno di sognare,
l’altra è quella di una donna che ha qualcosa da testimoniare. Devo
accontentarle entrambe.
D. Recensioni
ricevute: come reagisci di fronte a quelle negative, se ce ne sono state?
R. Sì,
qualcuna ce n’è stata, fortunatamente non troppo cattiva. Reagisco prendendo
appunti: non si smette mai di migliorare e l’opinione di un lettore è sacra. Lo
dico da editor.
D. Il tuo
stile di scrittura scivola sul poetico. È una dote naturale, arriva spontanea,
oppure è appositamente studiata?
R. Viene
spontanea, altrimenti non verrebbe affatto. Non sono mai riuscita a scrivere
niente a tavolino. Devo ancora capire se è un pregio o un limite.
I TUOI LIBRI
Parlaci dei
tuoi libri pubblicati con CE o self.
D. Titolo
e anno di pubblicazione.
- Il fiume
scorre in te (Booksprint Edizioni 2011)
- Waiting
room (Butterfly Edizioni 2013)
- Isolde non
c’è più (Les Flaneurs Edizioni 2015)
- Riverside
Vol. 1 (Selfpublishing, 2015)
D. Per
ogni libro scritto, racconta com’è nata l’idea di questa storia e di cosa
parla.
- Il fiume:
è nato dalla mia prima delusione d’amore. Parla di una ragazza che viaggia nel
passato del suo fidanzato e ne scopre di cotte e di crude sul suo conto.
- Waiting: è
la storia di mia nonna. Si parla di un amore molto complicato sullo sfondo
della Puglia degli anni Quaranta.
- Isolde:
vedi sopra. L’idea nasce dalla mia parte bambina, quella che ha bisogno di
celebrare la fine dell’adolescenza come pietra miliare della vita di ognuno.
- Riverside:
anche questo nasce dal mio lato bambino. Parla di una donna che, dopo essersi
imbattuta in una misteriosa scuola abbandonata, si ritrova improvvisamente
catapultata in una vita parallela
D. Ti fai
aiutare da qualcuno, al momento delle correzioni?
R. Sì.
Nessuno può essere il correttore di se stesso.
D. Descrivi
ogni tuo romanzo con un aggettivo.
- Lungo
-
Malinconico
- Spiazzante
-
Inquietante
D.
Rispondere a questa domanda è difficile. Perché, i lettori, dovrebbero
acquistare i tuoi libri?
R. Perché
hanno acquistato di peggio. Può andare come risposta?
Grazie Bianca,
per aver partecipato a questa intervista.
Grazie infinite per l'ospitalità, Emme!
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