sabato 10 ottobre 2015

Emme X intervista l'autrice Bianca Rita Cataldi.

INTERVISTA A BIANCA RITA CATALDI.

A dedicarci il suo tempo, aiutandoci a conoscerla meglio, oggi e l’autrice – nonché editor – Bianca Rita  Cataldi
Di sé dice: "Ho due anime: una è quella di una bambina che ha bisogno di sognare, l’altra è quella di una donna che ha qualcosa da testimoniare. Devo accontentarle entrambe."
La conosceremo come persona, come lettrice, naturalmente come scrittrice e, infine, parleremo dei suoi libri.

PARLACI DI TE
D. Chi è Bianca Rita Cataldi?
R. Domanda difficile! È un’editor, un’autrice e, sopra ogni cosa, è un’appassionata lettrice.

D. I colori indicano che tipo di persona siamo. Quali sono i tuoi colori preferiti? Perché?
R. I miei colori preferiti sono il verde e l’azzurro polvere. Il primo mi ricorda i verdi prati d’Irlanda, Paese del quale sono follemente innamorata, e il secondo è un colore che mi rasserena e che mi fa pensare al cielo quando sta per piovere.

D. Usa un solo aggettivo per descriverti.
R. Determinata

D. Quando è nata la tua passione per la scrittura?
R. In realtà non ricordo un momento della mia vita in cui non abbia scritto. Da quando ho imparato a scrivere non ho mai smesso di farlo: piccoli racconti, timide poesie e poi, al liceo, il mio primo romanzo.

D. Le tue giornate sono piene d’impegni. Da dove arriva la scelta di aprire una Casa Editrice?
R. Sicuramente dal desiderio di trasformare la mia più grande passione in una professione, unito al bisogno di dar voce a tanti talenti che spesso cadono nel dimenticatoio, sovrastati dalle dure leggi del mercato che vedono prevalere soltanto il genere letterario e le mode del momento.

CHE LETTRICE SEI?
Prima di scrivere si deve aver letto molto.

D. Ti piace leggere in solitudine oppure va bene qualsiasi luogo?
R. Adoro la solitudine perché non mi piace essere interrotta, ma leggo agevolmente anche in autobus, in treno o al tavolino di un bar. L’importante è che nessuno mi rivolga la parola. Non è il brusio altrui a infastidirmi quanto piuttosto l’essere interpellata mentre sto leggendo.

D. Qual è stato il primo libro che hai letto? A che età?
R. La casa che canta! Era un libro illustrato per bambini e avevo cinque anni.

D. Hai un libro che ti è rimasto nel cuore?
R. Non mi uccidere di Chiara Palazzolo, il primo volume della trilogia di Mirta-Luna. Un romanzo intenso che spacca il cuore. Indimenticabile.

D. Hai un genere preferito di lettura?
R. Non esattamente. Leggo davvero tutto e amo tutto. In quest’ultimo periodo, però, devo ammettere che ho un debole particolare per i romanzi distopici.

D. Preferisci leggere digitale o cartaceo?
R. Il cartaceo è pur sempre il cartaceo, ma non ho nessun problema col digitale. Anzi, grazie al Kindle sono riuscita a leggere Dickens e Omero in autobus. Per leggere dal cartaceo sarei dovuta uscire con un trolley.

D. Ti piace scrivere recensioni o lasciare un commento su ciò che hai letto?
R. Sì, anche se per mancanza di tempo sono stata costretta a ridurre di molto la quantità dei miei commenti. Mi piace farlo, però, perché so quanto sia importante per gli autori.

D. Prima di acquistare un libro, ti lasci influenzare dalle recensioni già scritte?
R. Non molto perché so che al 50% sono false.

D. Che caratteristiche deve avere, un romanzo, per spingerti ad acquistarlo?
R. Deve incuriosirmi con una sinossi mozzafiato. Le storielle non fanno per me.

CHE SCRITTRICE SEI
Adesso arriviamo al momento clou dell’intervista.

D. Da dove nasce l’ispirazione dei tuoi romanzi?
R. Dalla vita quotidiana, da ciò che mi viene raccontato, dai miei ricordi, dalle numerose persone che incontro, da una chiacchierata con un professore… tutto ciò che ci circonda può diventare materia letteraria.

D. Quanti libri hai scritto? Solo il numero, perché approfondiremo dopo.
R. Quattro pubblicati

D. Se non sbaglio, sei entrata nel mondo della scrittura come autrice self. Cos’è cambiato da quando pubblichi con Case Editrici?
R. No, sono entrata con una casa editrice, ma successivamente ho ripubblicato quello stesso romanzo d’esordio come self. Non ho avvertito grandi differenze, almeno fino a questo momento, perché anche da self, pur essendo io stessa un’editor, mi sono sempre rivolta a professionisti che editassero il mio romanzo e mi aiutassero nella pubblicazione.

D. Qual è la differenza essenziale tra self e CE?
R. La casa editrice (quando è seria) porta avanti un lavoro di correzione bozze, di editing e di assistenza alla pubblicazione che un self non potrebbe sperimentare altrimenti, se non rivolgendosi a dei freelance. La CE ti segue dal primo all’ultimo passo ed è importante avere qualcuno che ti sostenga in un momento come questo.

D. Esiste una CE con la quale vorresti pubblicare? Perché?
R. Marsilio, Einaudi, Neri Pozza. Adoro i loro libri. Vedo la qualità da un miglio di distanza.

D. Che rapporto hai con gli altri scrittori?
R. Di amicizia e di profonda stima. Evito le diatribe come la peste.

D. Che cosa permette a uno scrittore di definirsi tale?
R. Il semplice fatto di scrivere. Dovremmo smetterla con la pantomima del “non son degno di tal nome”. Fai muri? Sei un muratore. Lavi i piatti? Sei un lavapiatti. Scrivi? Sei uno scrittore. La lingua italiana non mente. Non pensi di essere uno scrittore? Allora non lo sei. Smetti di scrivere.

D. Prendiamo un libro a caso “Isolde non c’è più”. Di cosa parla? Perché piace?
R. È la storia della fine di un’adolescenza, momento critico nella vita di ognuno di noi. Piace perché chiunque abbia più di sedici anni può riconoscersi in Golvan. Non ho inventato niente, ho raccontato pura vita, per parafrasare De Carlo.

D. A quale dei tuoi romanzi sei più affezionata?
R. Il fiume scorre in te, il mio romanzo d’esordio. Il primo amore non si scorda mai.

D. C’è un protagonista dei tuoi romanzi che vorresti tirare fuori dalle pagine e avere come amico/a?
R. Eleonora di Il fiume scorre in te. Non posso, però. Non vorrei fare spoiler, ma è che la poverina non è che faccia poi questa gran bella fine, nel romanzo…

D. I tuoi romanzi spaziano tra diversi generi, oppure appartengono alla stessa categoria? Perché questa scelta?
R. Spaziano e anche di molto: dal fantasy al romance storico, dalla storia vera al distopico. Ho due anime: una è quella di una bambina che ha bisogno di sognare, l’altra è quella di una donna che ha qualcosa da testimoniare. Devo accontentarle entrambe.

D. Recensioni ricevute: come reagisci di fronte a quelle negative, se ce ne sono state?
R. Sì, qualcuna ce n’è stata, fortunatamente non troppo cattiva. Reagisco prendendo appunti: non si smette mai di migliorare e l’opinione di un lettore è sacra. Lo dico da editor.

D. Il tuo stile di scrittura scivola sul poetico. È una dote naturale, arriva spontanea, oppure è appositamente studiata?
R. Viene spontanea, altrimenti non verrebbe affatto. Non sono mai riuscita a scrivere niente a tavolino. Devo ancora capire se è un pregio o un limite.

I TUOI LIBRI
Parlaci dei tuoi libri pubblicati con CE o self.

D. Titolo e anno di pubblicazione.
- Il fiume scorre in te (Booksprint Edizioni 2011)
- Waiting room (Butterfly Edizioni 2013)
- Isolde non c’è più (Les Flaneurs Edizioni 2015)
- Riverside Vol. 1 (Selfpublishing, 2015)

D. Per ogni libro scritto, racconta com’è nata l’idea di questa storia e di cosa parla.
- Il fiume: è nato dalla mia prima delusione d’amore. Parla di una ragazza che viaggia nel passato del suo fidanzato e ne scopre di cotte e di crude sul suo conto.
- Waiting: è la storia di mia nonna. Si parla di un amore molto complicato sullo sfondo della Puglia degli anni Quaranta.
- Isolde: vedi sopra. L’idea nasce dalla mia parte bambina, quella che ha bisogno di celebrare la fine dell’adolescenza come pietra miliare della vita di ognuno.
- Riverside: anche questo nasce dal mio lato bambino. Parla di una donna che, dopo essersi imbattuta in una misteriosa scuola abbandonata, si ritrova improvvisamente catapultata in una vita parallela

D. Ti fai aiutare da qualcuno, al momento delle correzioni?
R. Sì. Nessuno può essere il correttore di se stesso.

D. Descrivi ogni tuo romanzo con un aggettivo.
- Lungo
- Malinconico
- Spiazzante
- Inquietante

D. Rispondere a questa domanda è difficile. Perché, i lettori, dovrebbero acquistare i tuoi libri?
R. Perché hanno acquistato di peggio. Può andare come risposta?


Grazie Bianca, per aver partecipato a questa intervista.

-          Grazie di cuore a te! È un onore essere qui!


1 commento:

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