Autore: Jojo
Moyes
Titolo: Dopo
di te
Editore:
Mondadori
Genere:
Romanzo rosa
Anno di
pubblicazione: 2016
Pagine: 380
SINOSSI
Quando finisce una storia, ne inizia un'altra.
Come si fa ad andare avanti dopo aver perso chi si
ama? Come si può ricostruire la propria vita, voltare pagina?
Per Louisa Clark, detta Lou, come per tutti,
ricominciare è molto difficile. Dopo la morte di Will Traynor, di cui si è
perdutamente innamorata, si sente persa, svuotata.
È passato un anno e mezzo ormai, e Lou non è più quella
di prima. I sei mesi intensi trascorsi con Will l'hanno completamente
trasformata, ma ora è come se fosse tornata al punto di partenza e lei sente di
dover dare una nuova svolta alla sua vita.
A ventinove anni si ritrova quasi per caso a lavorare
nello squallido bar di un aeroporto di Londra in cui guarda sconsolata il
viavai della gente. Vive in un appartamento anonimo dove non le piace stare e
recupera il rapporto con la sua famiglia senza avere delle reali prospettive.
Soprattutto si domanda ogni giorno se mai riuscirà a superare il dolore che la
soffoca. Ma tutto sta per cambiare.
Quando una sera una persona sconosciuta si presenta
sulla soglia di casa, Lou deve prendere in fretta una decisione. Se chiude la
porta, la sua vita continuerà così com'è: semplice, ordinaria, rassegnata. Se
la apre, rischierà tutto. Ma lei ha promesso a se stessa e a Will di vivere, e
se vuole mantenere la promessa deve lasciar entrare ciò che è nuovo.
Questo romanzo appassionante e mai scontato è
l'attesissimo seguito del bestseller internazionale Io prima di te. Jojo Moyes ha deciso di scriverlo dopo che per tre
anni è stata letteralmente sommersa dalle lettere e dalle e-mail di lettori che
le chiedevano che fine avesse fatto l'indimenticabile protagonista Lou.
Louisa Clark, chiamata da tutti Lou, tranne da Will che spesso si
rivolgeva a lei usando il cognome, ha ventinove anni. Sono passati diciotto
mesi dalla morte di Will, ma per Lou è come se fosse successo ieri.
Lavora in uno squallido bar, il “Shamrok and Clover”,
un pub irlandese dell’ Est City Airport di Londra.
Dopo aver viaggiato in Europa, senza una meta precisa,
più per dimenticare che per divertirsi, Lou non ha ancora un obiettivo nella
vita. È distrutta e anche arrabbiata.
“Tu non mi hai dato nemmeno uno straccio di vita,
capito?
Hai soltanto distrutto la mia.
L’hai distrutta in tanti piccoli pezzi.
Che cosa dovrei fare con quello che mi resta?
(…) Vaffanculo, Will, vaffanculo.
Non dovevi andartene in quel modo”.
In quei mesi, Lou si è allontanata dalla famiglia,
vive come se non avesse nessuno da amare. Tutto si è fermato, pur continuando
ad andare avanti, perché il mondo scorre, il tempo passa e lei deve arrancare
per stargli dietro.
Una di quelle notti in cui il dolore e l’insonnia prendono il sopravvento, Lou
cade dal quinto piano.
A tenerle la mano sull ambulanza, c’è Sam, il
paramedico che l’ha soccorsa. Lou riporta diverse fratture e sarà operata.
Questo incidente permette ai suoi genitori di
riavvicinarsi alla figlia, tanto che dopo il ricovero si stabilisce da loro
perché ha bisogno di assistenza.
Sua sorella Treena vorrebbe che si iscrivesse di nuovo
all’Università, convinta che avere un obiettivo l’aiutasse a stare meglio. Le
ricorda che aveva fatto un patto con Will, “vivere la vita”, ma Lou non vuole
sentirselo dire. Nonostante questo, pensa di averlo deluso.
Suo padre la esorta a partecipare a un gruppo di
sostegno “Guardare avanti”, lo fa controvoglia, pronta a fuggire via subito
dopo aver messo piede dentro quella stanza, ma inizia a frequentarlo.
Sono due le persone che piomberanno nella sua
solitaria vita: Lily, una sedicenne
ribelle che porta tanti guai, in cerca di amore e Sam, il paramedico che l’aveva soccorsa dopo la caduta dal quinto
piano.
Anche Sam conosce il dolore della perdita, le dice:
“Impari a convivere con il dolore, impari a convivere
con loro.
Perché sì, rimangono nel nostro cuore, anche se non
respirano e non vivono più accanto a noi.
Non è più lo stesso dolore devastante che si prova
all’inizio, il dolore che ti travolge e ti fa venire voglia di piangere nei
posti sbagliati e di prendertela con tutti gli idioti che sono ancora vivi
mentre la persona che amavi è morta.
È qualcosa che impari a gestire”.
Lily e Sam, in modo diverso, aiuteranno Lou a fare i
conti con il fantasma di Will.
Lou si trova quasi costretta a prendersi cura di Lily,
non può chiuderle la porta in faccia ignorando quella silenziosa e disperata
richiesta di aiuto. Per quando sia dispettosa, irresponsabile, prepotente e
menefreghista, Lily ha solo bisogno di essere amata e non sentirsi più un peso.
La madre egoista è alla ricerca di un benessere economico con il nuovo marito,
ma Lily ha commesso un errore e non sa come venirne fuori. Semplicemente se ne
lava le mani e si solleva da ogni responsabilità, affidandola a Lou, una
sconosciuta qualunque. Quale madre sana di mente, lascerebbe la figlia
sedicenne a una sconosciuta?
Lily, forse inconsapevolmente, metterà Lou davanti al
suo dolore, alla sua nuova vita, all’assenza di Will.
Sam, invece, entrerà nella vita di Lou per vie
traverse, sarà capace di sbloccarla dalla paura di perdere le persone che si
amano. Perché è questa la grande paura
di Lou: amare di nuovo e poi perdere la persona che si è impossessata del suo
cuore.
Durante la lettura, aleggia la presenza di Will,
sembra muoversi silente tra le pagine. C’è ma non c’è realmente. Non agisce.
Non pensa. Non parla. Però, inevitabilmente, è presente.
Forse è inutile dirlo, ma questo romanzo è molto
diverso da Io prima di te, dove
tutti, fino all’ultimo, abbiamo sperato che Will cambiasse idea, per poi
sussurrare: “Non è possibile, l’ha fatto
davvero”.
Quello è un romanzo che rimane nel cuore,
incancellabile.
Dopo di te, invece, è un inno alla vita, alla possibilità che
ha, chi resta, di non sprecare tempo, di seguire il fluire del tempo che scorre
senza restare indietro. La voglia di fare ciò che ci piace, invece di restare
chiusi a piangersi addosso. Il coraggio di amare ancora, nonostante le paure e
le incertezze.
Questo è quello che avrebbe voluto Will. Questa è la
lettera che aveva lasciato a Lou.
“Per qualche tempo ti sentirai a disagio nel tuo nuovo
mondo.
Ci si sente sempre disorientati quando si viene
sbalzati fuori dal proprio angolino rassicurante…
C’è fame in te, Clark.
C’è audacia.
L’hai soltanto sepolta, come fa gran parte della
gente.
Vivi bene.
Semplicemente, vivi”.
A tratti, il romanzo si presenta perfino in forma
ironica, perché ricordiamoci che Lou è sempre stata un po’ distratta,
imbranata, bizzarra. Ogni tanto lo è ancora, emerge il suo carattere simpatico,
avvolto da quella malinconia che l’ha investita e ogni tanto prende il
sopravvento.
C’è spazio anche per i genitori di Lou: una coppia
solida che, in quel momento, sono in crisi a causa “dell’esplosione femminista”
di sua madre. Vuole vivere, non solo cucinare, pulire e lavare i panni. Vuole
vivere, andare a trovare la figlia, bere con lei un tè, guardare uno spettacolo
e togliersi il grembiule. Cose semplici, che il marito non riesce ad accettare.
C’è voglia di vita in tutti i personaggi che
incontreremo in questo romanzo.
Leggetelo, con la consapevolezza che Will non c’è più
e la vita va avanti, per tutti.
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