SCHEDA TECNICA
Autore: CHERYL STRAYED
Titolo: PICCOLE COSE MERAVIGLIOSE
Editore: PIEMME VOCI
Data pubblicazione: 2014
Genere: SAGGIO (aggiungere anche un po' BIOGRAFICO)
Pagine: 364
Sinossi
Oggi la vita di Cheryl è fatta di cose
belle: ha il lavoro che le piace, un marito che ama e che la ama, e due figli.
Ma la strada per arrivare lì è stata lunga, gli anni della gioventù burrascosi
e costellati di episodi drammatici, primo fra tutti la perdita della mamma a
vent'anni. Cheryl ha attraversato quel dolore fino all'ultimo confine, senza
rinnegarlo, e distillandone piccole cose meravigliose, come gioielli usciti dal
fuoco. Piccoli rimedi al caos che condivide con tutti coloro che si rivolgono a
lei per chiederle consiglio. Sono pagine traboccanti di comprensione e umanità,
di umorismo e calore, che illuminano anche i momenti più cupi e danno la
tangibile sensazione che nessun antro in cui il dolore ci confina è così oscuro
da non lasciar passare un raggio di sole.
La mia recensione
La trama è un po’ fuorviante. In realtà questo non è un romanzo,
ma una raccolta di e-mail con relativa risposta, consiglio, suggerimento o
parere personale. Si tratta infatti di una reale rubrica in cui l’autrice
Cheryl Strayed, con lo pseudonimo di Sugar,
risponde alle lettere che riceve. Tutto
questo avviene tramite una rivista online “The Rumpus”, in cui la gente le
chiede consigli su svariati argomenti. A scriverle sono persone di ogni età,
non c’è un categoria standard. Sugar
ha il dono dell’empatia, riesce a immedesimarsi completamente tra i problemi
dei suoi fans. Risponde a lettere di ogni genere. Alcune parlano di avventura e
di amore, altre di perdita e lutto, e altre ancora di problemi economici o
familiari, sessualità confuse, traditi e traditori, vittime di abusi ecc. La
rubrica Dear Sugar è, per l’autrice,
una fida che deve risvegliare il suo interesse e toccarla o incuriosirla in
qualche modo. Mi ha colpito la schiettezza con cui risponde: non usa giri di
parole, và dritta al punto nel bene o nel male. Vista la diversità dei consigli
chiesti, è quasi impossibile non imbattersi in una lettera e dire: “questa
sembra che l’abbia scritta io”. Nelle risposte, a volte lunghe, altre brevi,
troviamo un po’ della vita di Cheryl, lei stessa si mette a nudo, raccontando
episodi del suo passato o del suo presente attinenti all’argomento della
lettera in questione. Scopriamo che ha avuto un passato difficile, un
matrimonio fallito alle spalle, un pessimo rapporto con il padre e la morte
prematura della madre l’ha segnata profondamente. Oggi ha una vita
soddisfacente, due figli ed è sposata con il “Signor Sugar” (come lo chiama
lei), con cui ha un buon rapporto e un’ottima sintonia. Evidentemente la
rubrica di Sugar ha avuto successo,
le sue parole, i consigli, la determinazione con cui risponde piacciono ai
lettori della rivista. Attraverso le sue esperienze, tramite la sua
disponibilità a mettersi in discussione parlando di sé, è riuscita a farsi
apprezzare. Si evince chiaramente che le risposte non sono buttate a caso, ma
l’autrice riflette prima di pronunciarsi, soprattutto quando queste trattano
argomenti delicati e particolarmente complessi. Ho riscontrato diverse frasi
interessanti, semplici eppure incisive nel loro significato.
Dopo aver selezionato una serie di lettere inviate via
e-mail, Cheryl, attraverso le sua risposte, è riuscita a tramutare il tutto in
un libro. Ogni lettera è firmata in modo
anonimo con uno pseudonimo che riguarda il problema trattato, ad esempio: Soffocato,
Spaventata e confusa, Alle prese con un divorzio, Desiderosa di sottomettersi,
Sovrano di un impero caduto, Machecazzo, Sconcertato, Addolorata e arrabbiata,
Depositario, Assillata, Insufficiente, Disperato, Papà morto vivente,
Combattuto e turbato … ecc…
La lettera che mi ha colpito maggiormente, è una delle
prime. Una ragazza le scrive di essere rimasta incinta e, sebbene non fosse una
gravidanza “cercata”, lei e il suo ragazzo volevano tenere il bambino. Al sesto
mese però ha abortito spontaneamente. Questa situazione l’ha devastata, si
sente in colpa, pensa ogni giorno a come sarebbe stata la sua bambina. Vede
gente incinta e bambini ovunque e deve “fingere” di essere felice per loro. I suoi
parenti e conoscenti pensano che ormai abbia superato il lutto e finge che
tutto vada bene, anche con il suo fidanzato. Lui vorrebbe sposarsi e fare un
altro figlio, ma lei vorrebbe tirargli un pugno in faccia perché non soffre
come sta soffrendo lei. Sommersa dai sensi di colpa, vuole sapere come fare a
non sentirsi come se avesse ucciso la sua bambina. La lettera è firmata “Intrappolata”.
La risposta di Sugar è
cruda e commovente allo stesso tempo. Parafrasandola, dice così: “Cara
Intrappolata, mi dispiace terribilmente che la tua bambina sia morta. Riesco a
sentire il tuo dolore attraverso lo schermo del computer. Non ascoltare le
persone che ti dicono che dovresti aver “superato” la morte della tua bambina.
Alcuni di loro sono convinti di aiutarti minimizzando il tuo dolore. Loro
vivono sul Pianeta Terra. Tu vivi sul Pianeta La Mia Bambina È Morta. Ma non
sei sola, ci sono donne che si sono tormentate che temono possano aver causato
la morte dei loro bambini. Tu devi trovare queste donne. Loro sono la tua
tribù. Il potere curativo dello scambio con qualcuno che capisce esattamente
quello di cui stai parlando perché ha fatto la tua esperienza non può essere
sottovalutato. Chiama ospedali, consultori, gruppi di sostegno, comunità online
dove puoi confrontarti con persone con cui non devi fingere. E smettila di
fingere con il tuo magnifico ragazzo. Digli che vorresti tirargli un pugno in
faccia e spiegagli perché. Chiedigli cos’ha da dire sulla morte di vostra
figlia e ascolta la sua esperienza. Consulta un terapeuta e prendi appuntamento
oggi stesso. Dovrai lavorare duro, molto duro per arrivare alla guarigione, ma
puoi farcela. La tua capacità di raggiungere la meta è evidente in ogni tua
parola, brillante stella di sofferenza”. Poi racconta una sua esperienza
lavorativa con delle ragazze problematiche in una scuola media. E continua: “Non
smetterai mai di amare tua figlia. Non la dimenticherai mai. Saprai sempre il
suo nome. Ma lei sarà sempre morta. Nessuno può intervenire per rimettere le
cose a posto, e nessuno lo farà. Nessuno può riportarla indietro. Nessuno ti
proteggerà dalla sofferenza. Non puoi dimenticarla piangendo né mangiando o
digiunando, non puoi lasciartela alle spalle né allontanarla. C’è, e tu devi
sopravvivere. Devi sopportarla. Devi conviverci, amarla e andare avanti ed
essere migliore”.
Questa situazione mi ha fatto venire i brividi, forse perché
sono una madre e mi ha toccata profondamente. Naturalmente ci sono lettere più
leggere e altre complesse. Alcune divertenti, altre fastidiose. Ho dato solo
3.5 per questo libro, perché metà delle lettere e delle risposte non mi sono
piaciute, non mi hanno scalfito minimamente ed è stato anche difficoltoso
leggerle. L’altra metà, invece, mi ha sorpresa, incuriosita, coinvolta e sono
state una piacevole lettura.
Tutto sommato, mi sento di consigliare questo libro perché tratta
talmente tante esperienze di vita che, sicuramente, in una di queste c’è anche
la vostra!
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