Autore: Renée Knight
Titolo: La vita perfetta
Editore: Piemme
Genere: Thriller psicologico
Anno di pubblicazione: 2016
Pagine: 352
Sinossi
Catherine Ravenscroft non sa cosa sia il sonno. Da quando in
casa sua è comparso quel libro, l'edizione scalcagnata di un romanzo intitolato
Un perfetto sconosciuto, non riesce più a fare sonni tranquilli, né a vivere la
vita di ogni giorno, la sua vita di film-maker di successo, con la sua bella
famiglia composta da un marito innamorato e un figlio ormai grande. Non ci
riesce perché quel libro - anche se Catherine non sa chi l'abbia scritto, o
come possa essere finito nella nuova casa dove lei e il marito hanno appena
traslocato - racconta qualcosa che la riguarda molto da vicino. Qualcosa che
soltanto lei sa, e che ha nascosto a tutti, anche a suo marito. Chi è l'autore
di quel libro, e come fa a conoscere Catherine e a sapere cosa ha fatto un
giorno di tanti anni fa, durante una vacanza al sole della Spagna? E che cosa
vuole adesso da lei? Catherine dovrà fare i conti con la paura, e - forse per
la prima volta - con la verità. Perché anche le vite che ci sembrano più
perfette nascondono dei segreti che possono distruggerle. Dall'editore inglese
de La ragazza del treno, un nuovo straordinario thriller psicologico che ha
scalato tutte le classifiche. Un vero e proprio caso editoriale, definito
"un romanzo speciale" dal New York Times, e in corso di traduzione in
30 paesi.
Catherine ha un’apparente vita perfetta.
Un marito devoto e un figlio di venticinque anni che non abita con loro. Lei e
il marito Robert, si trasferiscono e lei, nella confusione delle scatole da
sistemare, trova improvvisamente un libro che parla di lei e di un suo segreto.
“Senza poterci fare nulla, Catherine
aveva incontrato, tra le righe di quel libro, se stessa”.
La storia è narrata tra salti temporali
“Due anni prima” e “Primavera 2013”, fino a quando le date e il periodo
coincide in entrambi i POV.
L’inizio è complicato da comprendere. Da
una parte c’è lei che, dopo aver letto il libro, non dorme più e non sa se,
dopo vent’anni, sia ancora il caso di mantenere il segreto.
Dall’altra parte,
invece c’è Stephan che, vecchio e solo, ritrova lettere, fotografie e documenti
lasciati dalla moglie Nancy. Ricostruisce tutto il materiale e scrive la sua
versione dei fatti.
L’insieme della storia è avvincente,
perché la scrittura riesce a catturare l’attenzione. Anche se non si sa mai
dove andrà a parare, incuriosisce e costringe a non mollare.
I salti temporali non mi piacciono molto,
ma se la storia è scritta bene, allora la lettura procede con interesse, come
in questo caso.
Non è il solito thriller, con vittima e
assassino. La vicenda è molto più contorta di quanto si possa immaginare e,
fino alla fine, non c’è nulla di scontato.
È stata una gradevole lettura che mi ha
tenuta incollata alle pagine.
Mi è piaciuto e lo consiglio.
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