Autore: JD Hurt
Titolo: Stolen 1 – Dark Necessities Series
Editore: Self Publishing
Genere: Dark Romance
Anno di pubblicazione: 2016
Pagine: 276
SINOSSI
E' stato la mia salvezza, il conforto la gioia nel dolore
più atroce. Ora è divenuto l'incubo, il buio. Il mostro che cova nell'ombra.
E' stata l'amore dell'infanzia, la bimba che consolavo dalle
angherie della mia matrigna. Ora è tutto ciò che odio. Ora voglio solo vederla
distrutta.
Andrew e Shiloh. Quando l'amore si trasforma in odio.
Nota dell'autrice: Stolen è il primo capitolo di una
duologia dark dedicata alla storia di Shiloh. La duologia Stolen farà parte
della Dark Necessities Series.
La storia è narrata in prima persona da Shiloh, a volte da
Andrew e, infine, anche da West.
Shiloh è la protagonista indiscussa.
Il romanzo inizia con lei bambina. All’età di dodici anni è
stata “comprata” dai Thompson. Sono persone ricche e lei pensa di essere salva.
Crede che sarà amata da quelle persone generose e gentili che l’hanno scelta
per adottarla.
Presto, i sogni di Shiloh diventano una realtà crudele:
Virginia, “la padrona”, la odia profondamente e John, “il padre”, la ama in
maniera oscena.
“Le frustate fanno male; Virginia mi smonta pezzo per pezzo giorno dopo
giorno.
Ma lui. Lui mi ha annientata”.
L’unica persona, in quella famiglia malvagia, che riesce a
essere gentile con Shiloh, è il figlio della coppia: Andrew.
Andrew ha quattordici anni e non capisce perché sua
“sorella” debba vivere nello sgabuzzino come un’emarginata, una schiava. Non fa
parte anche lei della famiglia? Lui le vuole bene, bene davvero e crede che
anche suo padre la ami molto, ma non sa che quell’amore è malato, impuro,
sbagliato.
Shiloh, seppur dispiaciuta di lasciare Andrew, capisce che
se vuole salvarsi, deve scappare da quella famiglia.
Senza dimenticare mai che Shiloh è un’orfana messicana,
affronta un viaggio verso New York rischiando la vita. Entra come clandestina,
ma riesce a procurarsi dei documenti falsi.
Si ricostruisce una vita. Ha tanti progetti. All’orizzonte
vede un futuro. Spera. Lotta. Combatte senza arrendersi mai.
Sei anni dopo, Shiloh è iscritta in un’università di New
York. Vive all’interno del campus e lavora nel bar dell’università. Subito fa
amicizia con Marcia, la figlia del rettore. A Shiloh piace la loro amicizia, ci
crede, si fida. Con lei riesce a essere spensierata, come una ragazza normale,
non un’emarginata sociale, non più Slave (schiava) come la chiamavano i
Thompson.
Divide la camera con l’odiosa Claudia, figlia di persone
ricche, un tantino snob, altezzosa e arrogante. Shiloh percepisce odio nei suoi
confronti da parte di Claudia e non ne capisce il motivo.
Questo è il momento della rivincita sulla vita. Shiloh
conosce West, un ragazzo dolce e gentile che riesce a farla sentire sicura,
protetta, a suo agio con lui accanto. West è il sole che rischiara e scalda la
sua fredda e buia vita. Lo definisce: “Il
mio sole, la mia speranza”.
Parliamo di Andrew.
Andrew amava profondamente Shiloh e quando lei è scappata di
casa, lui ha provato una profonda delusione, un senso di abbandono difficile da
colmare.
“L’amavo di un’adorazione che mi avrebbe indotto ad attraversare oceani
in tempesta per lei. Così come oggi la odio. Tanto da gettarmi nel fuoco per
averla fra le mani. Tanto da attraversare l’incendio del Mad Coffe per poterla
ridurre io stesso in cenere. Povero pervertito che sono diventato. Per colpa
sua, sempre per colpa sua”.
Andrew, nella sua vita ha frequentato gente poco
raccomandabile, ma l’alta posizione sociale gli perdonava e permetteva di fare
qualunque cosa, anche cercare Shiloh. La vuole trovare per vendicarsi del
dolore che ha inflitto a lui e alla sua famiglia.
Andrew, da adolescente dolce e protettivo, si è trasformato
in una bestia senza eguali. Le dà la caccia per distruggerla, ferirla,
umiliarla. Vuole che Shiloh diventi la sua Slave. La sua schiava.
Shiloh e Slave. Una persona, due personalità.
Quando rivede Andrew, lo riconosce subito, non lo ha mai
dimenticato. È l’unica persona che le ha voluto veramente bene. Ma quello che
si trova davanti, non è più il suo
Andrew. Ha gli occhi sprezzanti, la voce che impone ordini e le sue parole
feriscono, tagliano, spezzano.
Se Shiloh è in lotta tra essere se stessa o essere Slave,
Andrew è in lotta tra l’amore che provava per lei e l’odio in cui si è trasformato
quel sentimento.
“Se la toccherò andrò in pezzi.
Se la toccherò ricorderò tutto.
Quanto le volevo bene, quanto era il mio mondo”.
Come finirà tra loro?
Il personaggio di Shiloh è semplice da capire quanto
complesso da interpretare. Per lei si prova subito empatia, affetto, voglia di
abbracciarla e proteggerla. Poi subentra quella rassegnazione in lei, che la
piega, la fa sottomettere. È pronta a sopportare tutto, purché non si sappia
che lei è una clandestina. Perché permette a Andrew di farle del male? Perché
non lo odia, visti i trattamenti violenti che le sta riservando?
Andrew è un mostro. Lo hanno fatto diventare così. Lui è
pieno di rancore egoistico. Non sapeva cosa succedeva realmente in casa sua.
Crede che Shiloh sia una ragazza ingrata, che non ha apprezzato la gentilezza
di essere stata accolta in casa sua. Questo odio profondo che nutre nei
confronti della ragazza, rispecchia l’ambiente in cui è vissuto, ma non si è
mai posto la domanda: che cosa l’ha spinta veramente a scappare? Voleva
salvarsi da qualcosa che la distruggeva? Io potevo fare qualcosa per salvarla?
Nell’insieme, questa storia oscura è coinvolgente. L’ho
trovata molto interessante, l’idea e la trama funzionano bene. Tutto il
contesto è ben elaborato. I sentimenti sono ampiamente espressi. Ecco, forse
troppo. Ci sono momenti in cui i discorsi sono inesistenti e le riflessioni di
Shiloh troppo dilungate. Forse lì avrei tagliato qualcosa. Per il resto, ogni
pagina è una sorpresa, soprattutto il finale ha un colpo di scena che mai mi
sarei aspettata. Nel novanta per cento dei casi, so già il finale. Questa
volta, non ci sarei mai arrivata. Avevo intuito molte cose, come ad esempio che
il tutor di Shiloh era Andrew, ma non quel finale. Che poi, vi ricordo, non è
il finale, perché la storia ha un seguito.
Ho anche apprezzato la scelta di concludere la prima parte
in questo modo. Al lettore rimangono molte domande in sospeso e spero che
troveranno le risposte nel prossimo volume.
Complimenti all’autrice.
Leggetelo e non ve ne pentirete.
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