mercoledì 27 luglio 2016

Felicia Kingsley: Un matrimonio di convenienza


Autore: Felicia Kingsley
Titolo: Un matrimonio di convenienza
Editore: Self-publishing
Genere: Romanzo
Anno di pubblicazione: 2016
Pagine: 386

Sinossi
I soldi non fanno la felicità ma possono cambiarti la vita … 
Come a Jemma, truccatrice teatrale con un debole per i ballerini latino-americani che vive a Londra, in un seminterrato, proprio sotto ai genitori hippy. La nonna le ha lasciato un’enorme eredità, che potrà ottenere solo sposando un uomo di nobile titolo. 
I soldi non fanno la felicità ma possono cambiarti la vita … 
Come ad Ashford, dodicesimo Duca di Burlingham, cresciuto negli agi e nel lusso, rispettabile esponente dell’aristocrazia inglese, ambito da tutte le debuttanti, che scopre di essere sull’orlo della bancarotta e con il rischio di perdere il titolo. 
Così, due persone che mai sarebbero state destinate ad incrociarsi, si trovano a stringere un accordo: un matrimonio d’interesse, per cambiare la propria vita o per salvare quello che si è sempre avuto. 
Ma Jemma è un’estranea nel mondo di Ashford, fatto di formalità, ricevimenti, altezzosi aristocratici e l’odiosa e imprevista suocera, Delphina. 
Ashford, che pensava a tutto meno che a sposarsi, si trova come moglie una persona irritante, poco collaborativa, sempre pronta al conflitto e che non perde occasione per metterlo in imbarazzo. 
La convivenza si fa sempre più complicata quando Jemma incontra Carter, che sembra essere il principe azzurro che ha sempre sognato. 
Se siete abituati alla favola come l’avete sempre conosciuta, questa storia metterà sottosopra tutte le vostre certezze, tra manieri, battute di caccia, amici sociopatici e politicamente scorretti, dischi in vinile e allucinogeni anni ’70. 
… E poi, chi è Portia? 


Una sola parola: ESILARANTE.
Quanto mi sono divertita a leggere questo romanzo, non potete immaginarlo. È fa-vo-lo-so.
Un’altra bella e piacevole scoperta.
La storia è narrata con i POV alternati tra “La versione di Jemma” e “La versione di Ashford”.
Jemma è una truccatrice teatrale di venticinque anni, con due genitori hippy un po’ sopra i generis con le loro tisane di marijuana e le torte allucinogene. Sua nonna Catriona muore e lascia un testamento: l’unica erede dei suoi “mobili, immobili e soprammobili” è Jemma. L’anziana donna aveva diseredato la figlia dopo aver sposato un hippy, mentre lei aveva la mania della nobiltà e dei blasoni. Jemma non crede alle proprie orecchie quando l’avvocato Derek la convoca per darle quella notizia, ma il testamento ha una clausola: potrà beneficiare del lascito solo dopo aver sposato un uomo con titolo nobiliare.
Derek convoca anche Ashford Parker il duca di Burlingham, per comunicargli che le banche stanno per pignorargli tutto, a causa di alcuni investimenti sbagliati fatti dal padre prima di morire: sono sul lastrico.
Il gran genio dell’avvocato, ha una soluzione: se Jemma sposa Ashford, lei può entrare in possesso dell’eredità e salvarlo dalla bancarotta, rassicurando la ragazza che il suo patrimonio è molto cospicuo e saldare quel debito non intaccherà la sua solidità finanziaria che le assicura un’intera vita agiata e senza pensieri.
La soluzione sembra perfetta, se non fosse che i due soggetti in questione, sono opposti e incompatibili.


Cosa pensa Jemma di Ashford?

“Io, sposata a quello? Io voglio passione nella mia vita, non calcolo e strategia. Voglio il calore di abbraccio, la scossa di un bacio, il fremito di uno sguardo rubato! Con quell’Ashford siamo proprio fuori strada. Tutto intero, rigido nella sua camicia immacolata, la cravatta bella stretta al collo, seduto composto come vuole in bon-ton. No, grazie, e poi a me piacciono i maschi latini: mori, abbronzati con gli occhi scuri, che trasudano testosterone. Dei suoi capelli castani e occhi versi non so cosa farmene”.

E qual è il pensiero di Ashford nei confronti di Jemma?

“Quella Jemma mi ha sconvolto! Sui suoi modi stendiamo in velo pietoso, mi sembrava di essere a tavola con un camionista gallese, con tutto il rispetto per la categoria. E vogliamo parlare dell’aspetto? Ho vissuto trent’anni nella beata convinzione che le donne ci tenessero e curassero il loro aspetto, ma Jemma ha fatto crollare ogni certezza”.

A quanto pare, i problemi non riguardano solo loro due, perché dovranno fare i conti con la duchessa madre: Lady Delphina, la suocera.
Quando vede Jemma, per poco non le prende un colpo e Ashford mi fa quasi tenerezza.

“Credevo impossibile che esistesse una donna con un carattere peggiore di quello di mia madre, ma mi sono dovuto ricredere. E ora queste due donne vivono sotto lo stesso tetto: il mio”.

In un attimo Jemma si trova catapultata in un mondo distante anni luce da quello in cui aveva vissuto. Un mondo fatto di apparenze, luci a festa, abiti di ottima sartoria e ricevimenti noiosi, con gente noiosa e organizzazioni noiose.
Lei portava brio, freschezza, vita e allegria in quel mortorio di situazioni, ma l’etichetta non prevedeva alcun tipo di divertimento, solo compostezza e la gara segreta a chi fosse vestito meglio. Il cibo veniva sistemato in bella mostra, ma non poteva essere mangiato, stava lì solo per scenografia e questo Jemma non lo avrebbe mai capito, considerandolo uno stupido spreco.
Jemma, con la sua follia, si è attirata le simpatie e le antipatie di molti, provando a  conformarsi (un minimo) con l’alta società. Anche Ashford nota un sottile cambiamento nella donna e pur trovandola insopportabile, apprezza la buona volontà che sta dimostrando.

“Si stava meglio quando si stava peggio e quando tra noi era guerra aperta, perché almeno i confini erano chiari: tu stai lì, io sto qui e se ci dobbiamo rivolgere la parola, è solo per insultarci”.

Sì, perché il loro rapporto e un meraviglioso insultarsi senza troppe cerimonie, sempre pronti a darsi battaglia e questo, per chi legge, è molto divertente.
Ricordate cosa pensavano l’uno dell’altro, appena incontrati? Pensate che sia cambiato qualcosa?

“Mi bacia come se volesse succhiarmi l’anima, ed io come se volessi riprendermela”. (Jemma)
“Se dovessi definirla, userei una sola parola, anzi due: Big Bang. Un caos meraviglioso e perfetto. Un’esplosione devastante ma che mette tutto al posto giusto. Con Jemma accanto, tutto torna”. (Ashford)

E proprio adesso che avevano abbassato le armi, l’avvocato li convoca. Che cosa vorrà?

Dopo appena quattro capitoli, avevo già deciso di dare un cinque pieno all’autrice che, in questo romanzo, ha dato il meglio di sé stessa. Divertente, spigliato, con battute perfette e personaggi molto simpatici. Che cosa si può volere di più? È stata un’altra delle letture più piacevoli di quest’anno, senza dubbio. Mai un momento di noia, tutto ben delineato, ben scritto e piacevole fino all’ultima parola. Non c’è un attimo di blocco, tutto fila liscio e, nonostante i diversi personaggi aristocratici di cui non ricordo più i nomi, le risate sono assicurate. Anche mio marito mi sentiva ridere e diceva: “Ti stai divertendo, vero?”.
Una storia per tutte le stagioni che può farvi compagnia sotto l’ombrellone, o sul divano con una coperta addosso e una tazza fumante accanto a voi, oppure in metro, sull’autobus e ovunque voi vogliate.


Nessun commento:

Posta un commento

E' vietata la pubblicazione e la distribuzione dei contenuti non autorizzata dall'autore.
copyright © 2014 by Emme X.