martedì 23 maggio 2017

Mary Kubica: Una brava ragazza



Autore: Mary Kubica
Titolo: Una brava ragazza
Editore: Newton Compton Editori
Genere: Thriller
Anno di pubblicazione: 2015
Pagine: 317
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SINOSSI
Mia Dennett è figlia di un importante giudice di Chicago, ma ha scelto di condurre una vita semplice, lontana dai quartieri alti e dalla mondanità in cui è cresciuta. Una sera come tante, entra in un bar per incontrare il suo ragazzo ma, all'ennesima buca di lui, Mia si lascia sedurre da un enigmatico sconosciuto dai modi gentili. Colin Thatcher - questo il vero nome del suo affascinante nuovo amico - sembra il tipo ideale con cui concedersi l'avventura di una notte. Peccato che si rivelerà il peggior errore della sua vita: Colin infatti è stato assoldato per rapirla. Ma quando Thatcher, invece di consegnare l'ostaggio, decide di tenere Mia con sé e di nasconderla in un remoto capanno del Minnesota, il piano prende una piega del tutto inaspettata. A Chicago, intanto, la madre di Mia e il detective Gabe Hoffman, incaricato delle indagini, sono disposti a tutto pur di ritrovare la ragazza, ma nessuno può prevedere le conseguenze che un evento tanto traumatico può avere su una famiglia apparentemente perfetta...



Onestamente mi aspettavo di più da questo romanzo, un po’ per la struttura (prima, dopo) un po’ per lo stile di scrittura.
Mia Dennet ha venticinque anni. Insegna Arte alle superiori ed è figlia del giudice di contea.
Grace Dennet è la sorella maggiore di Mia. È un brillante avvocato e la prediletta del padre.
Eve è la madre e James è il padre.
Gabe Hoffman è l’ispettore di polizia che sta seguendo il caso.
Mia Dennet scompare per tre mesi: è stata rapita da un ragazzo che non esegue gli ordini. C’era un mandante, un uomo senza scrupoli che aveva chiesto il rapimento della ragazza in cambio di un lauto compenso.  Colin esegue le istruzioni fino a un certo punto. Non consegna la ragazza. La tiene con sé. Si nascondono in attesa di un piano migliore.
Eve, la madre di Mia, è l’unica a preoccuparsi per la figlia scomparsa. Non sa se sia viva o morta e questo dubbio la tormenta notte e giorno. Cucina i cibi preferiti di Mia, le organizza una festa di compleanno (magari tornerà a casa proprio quel giorno) e la aspetta. Sempre.
Eve è sempre in contatto con l’ispettore Hoffman e lui è premuroso nel riferirle eventuali novità o silenzi.
Al contrario, James, il padre di Mia e giudice, è quasi infastidito e disinteressato per la sorte di Mia. Da adolescente la ragazza si era cacciata spesso nei guai e lui, per evitare scandali o danneggiare la sua reputazione, aveva contattato le persone giuste per coprire ogni pettegolezzo.
Ma perché hanno rapito Mia e non sua sorella, oppure suo padre?

La lettura diventa pesante e noiosa a causa dei continui “le ricordo, mi fermo, le dico, le spiego, guido, scelgo…”. Sono tutte azioni che sembrano più un diario che non un romanzo. Questo stile proprio non mi piace. Ogni capitolo è visto da un punto di vista e un periodo diverso: Colin prima, Eve dopo, Gabe dopo, Gabe prima.  Un continuo avanti e indietro, appesantito dalle “azioni” meccaniche (ho detto, ho fatto) che mi faceva venire voglia di mollare la lettura. Ma questa volta ho resistito e sono arrivata fino in fondo.
Non sono rimasta sorpresa da quello che doveva essere un colpo di scena. E comunque, per essere un thriller, non c’è nessuna suspense.
Eppure, sembra che questo romanzo abbia riscosso molto successo.  Più un libro è osannato, più alte sono le aspettative, più grandi sono le delusioni.






  


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