Autore: Mary
Kubica
Titolo: Una
brava ragazza
Editore:
Newton Compton Editori
Genere:
Thriller
Anno di
pubblicazione: 2015
Pagine: 317
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SINOSSI
Mia Dennett è figlia di un importante giudice
di Chicago, ma ha scelto di condurre una vita semplice, lontana dai quartieri
alti e dalla mondanità in cui è cresciuta. Una sera come tante, entra in un bar
per incontrare il suo ragazzo ma, all'ennesima buca di lui, Mia si lascia
sedurre da un enigmatico sconosciuto dai modi gentili. Colin Thatcher - questo
il vero nome del suo affascinante nuovo amico - sembra il tipo ideale con cui
concedersi l'avventura di una notte. Peccato che si rivelerà il peggior errore
della sua vita: Colin infatti è stato assoldato per rapirla. Ma quando
Thatcher, invece di consegnare l'ostaggio, decide di tenere Mia con sé e di
nasconderla in un remoto capanno del Minnesota, il piano prende una piega del
tutto inaspettata. A Chicago, intanto, la madre di Mia e il detective Gabe
Hoffman, incaricato delle indagini, sono disposti a tutto pur di ritrovare la
ragazza, ma nessuno può prevedere le conseguenze che un evento tanto traumatico
può avere su una famiglia apparentemente perfetta...
Onestamente
mi aspettavo di più da questo romanzo, un po’ per la struttura (prima, dopo) un
po’ per lo stile di scrittura.
Mia Dennet ha venticinque anni. Insegna
Arte alle superiori ed è figlia del giudice di contea.
Grace Dennet è la sorella maggiore di
Mia. È un brillante avvocato e la prediletta del padre.
Eve è la madre e James è il padre.
Gabe Hoffman è l’ispettore di polizia
che sta seguendo il caso.
Mia Dennet scompare per tre mesi: è
stata rapita da un ragazzo che non esegue gli ordini. C’era un mandante, un
uomo senza scrupoli che aveva chiesto il rapimento della ragazza in cambio di
un lauto compenso. Colin esegue le istruzioni fino a un certo punto. Non consegna la
ragazza. La tiene con sé. Si nascondono in attesa di un piano migliore.
Eve, la
madre di Mia, è l’unica a preoccuparsi per la figlia scomparsa. Non sa se sia
viva o morta e questo dubbio la tormenta notte e giorno. Cucina i cibi
preferiti di Mia, le organizza una festa di compleanno (magari tornerà a casa
proprio quel giorno) e la aspetta. Sempre.
Eve è sempre
in contatto con l’ispettore Hoffman e lui è premuroso nel riferirle eventuali
novità o silenzi.
Al
contrario, James, il padre di Mia e giudice, è quasi infastidito e
disinteressato per la sorte di Mia. Da adolescente la ragazza si era cacciata
spesso nei guai e lui, per evitare scandali o danneggiare la sua reputazione,
aveva contattato le persone giuste per coprire ogni pettegolezzo.
Ma perché
hanno rapito Mia e non sua sorella, oppure suo padre?
La lettura
diventa pesante e noiosa a causa dei continui “le ricordo, mi fermo, le dico,
le spiego, guido, scelgo…”. Sono tutte azioni che sembrano più un diario che
non un romanzo. Questo stile proprio non mi piace. Ogni capitolo è visto da un
punto di vista e un periodo diverso: Colin prima, Eve dopo, Gabe dopo, Gabe
prima. Un continuo avanti e indietro,
appesantito dalle “azioni” meccaniche (ho detto, ho fatto) che mi faceva venire
voglia di mollare la lettura. Ma questa volta ho resistito e sono arrivata fino
in fondo.
Non sono
rimasta sorpresa da quello che doveva essere un colpo di scena. E comunque, per
essere un thriller, non c’è nessuna suspense.
Eppure,
sembra che questo romanzo abbia riscosso molto successo. Più un libro è osannato, più alte sono le
aspettative, più grandi sono le delusioni.
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