SCHEDA TECNICA:
Autore: GIOVANNA MOZZILLO
Titolo: LA SIGNORINA E L’AMORE
Editore: PESCIROSSI
Data di pubblicazione: 2001
Genere: ROSA
Pagine: 368
SINOSSI:
E' la storia di un
amore contrastato e struggente sullo sfondo della Napoli del fascismo e della
guerra. Protagonisti ne sono Rosella, dolce e fragilissima, che tuttavia nella
fedeltà alle ragioni del cuore trova il coraggio di sfidare i codici di
comportamento imperanti, e Leonardo, conteso tra il desiderio di pace e
tenerezza e le ambizioni professionali e mondane. Intorno ai due, una folta
schiera di personaggi non convenzionali, e il vivacissimo ritratto di una
borghesia arroccata nei propri privilegi, ma anche la calda spontaneità di un
popolo non "omologato" e identico solo a se stesso, nel mitico
incanto della città ancora intatta, con le parate di regime, le feste a
Posillipo, gli echi delle guerre di Etiopia e di Spagna.
La mia recensione
La vicenda si svolge prevalentemente a Napoli, negli
anni che vanno dal 1925 al 1942.
Scritto in terza persona, racconta la storia di
Rosella Benevento che, all’inizio della vicenda, è un’adolescente di sedici
anni.
Rosella ricorda la zia Pipina, ormai defunta, che
aveva vissuto nell’attesa dell’uomo che amava e che non era più tornato. Come
lei, sogna un amore grande, forte, indistruttibile. Un amore che da senso alla
vita e che regala felicità.
“A lei una cosa sola importava, una cosa sola aspettava, e una cosa
sola pensa: ed è il grande amore. Il grande amore che verrà. Dovrà venire.
Dovrà venire e sarà un amore al massimo, un amore per la vita e per la morte,
un amore eterno. Insomma, un amore come quello di zia Pipina. E come quello di
Eloisa e Abelardo (…) Ecco: lei vuole amare come Eloisa. Con dedizione totale,
col sacrificio di se stessa, nell’oblio del mondo intero.”
Rosella è una ragazza delicata, tranquilla e
sognatrice. Ha una sorella di nome Teresa: una ragazza determinata e molto
studiosa, che sa ribattere ai discorsi della vita, capace di far valere le
proprie idee. Quando parla Teresa, in casa loro, nessuno la contraddice: “è
come se abbia parlato lo Spirito Santo”.
Mentre Teresa si dedica allo studio con fervore,
Rosella attende in grande amore: quello aspetta e per quello vive.
Quando Rosella ha ventitre anni, un nuovo inquilino
si trasferisce nel palazzo insieme alla sua famiglia: lui è il medico Leonardo
Pavoncelli, la moglie Iris e le due gemelline.
Ecco l’amore della vita di Rosella. L’uomo che aveva
sempre aspettato. Un uomo sposato.
Lei si beava di questo amore e nient’altro chiedeva:
solo di essere amata.
Leonardo le regalava sempre i cioccolatini: l’unico
dono che accettava da lui e che accompagnava ogni momento del loro rapporto.
La casa che lui aveva da scapolo diventerà il loro
nido d’amore, il luogo in cui incontrarsi in segreto. Leonardo le promette che
la lascerà andare solo quando si accorgerà di non amarlo di più.
“Sarà il nostro amore, mio e tuo, Rosellina.”
Per Rosella inizia una nuova vita, fatta di amore
segreto e bugie. Leonardo, malgrado il loro amore debba rimanere segreto, la
rende felice. Lei inizia a mentire a tutti, perché nessuno deve conoscere la
loro storia clandestina. Stare con lui, anche solo per un’ora, era una cosa
naturale, senza imbarazzo.
Rosella, a volte, pensava di porre fine a quella
storia sbagliata. Intanto, da quando conosce Leonardo si è rinvigorita e le è
tornato l’appetito, mentre prima era sempre malaticcia e debole.
Quando accade che i gemelli di Leonardo si ammalano
di difterite e non possono vedersi, Rosella ne soffre.
“Allora era diventata cattiva? L’amore le aveva fatto questo
effetto?”
La ragazza sembra prendere coscienza del fatto che,
legandosi a Leonardo, aveva fatto una cosa cattiva, sbagliata, illecita:
vietata dalla Chiesa e dalla legge. Si era presa l’amore di un uomo sposato, di
un padre di famiglia: era una peccatrice. Vuole rinunciare a lui per redimersi
dal peccato ma, rivederlo, fa tornare tutto come prima. La differenza, però, è
che Rosella ha conosciuto la precarietà del loro rapporto.
Altri avvenimenti la porteranno a dubitare sulla
continuità della loro storia.
“Era vigliacca, che restava con un uomo che non era suo e aspettava
un figlio dalla moglie? O era generosa e coraggiosa, mentre sopportava il
disagio, la gelosia per far felice il suo amante che diceva di aver bisogno di
lei?
Gli eventi continuano a seguire il loro corso e i
rapporti tra marito e moglie si fanno sempre più tesi, al punto di diventare
separati in casa. Quindi Leonardo inizia a portare Rosella con sé durante le
sue trasferte e diceva:
“Non possiamo nasconderci tutta la vita.”
Forse il suo sogno poteva realizzarsi … forse la vita poteva donarle in maniera completa ciò che tanto aveva desiderato. Invece un destino avverso, sul più bello, le ha tolto l'unica cosa preziosa per cui aveva vissuto.
“Il tempo della felicità era finito. Concluso. Esaurito.
Non sarebbe tornato più. Ma l’aveva ben saputo da sempre che la felicità non può durare in eterno. Tutto finisce a questo mondo. Già era molto che avesse avuto l’amore. Non uno qualsiasi.
Un grande amore. Un amore di quelli che da soli danno senso a una vita.
Un amore così non lo vivono mica tutte. Solo alcune privilegiate.
Lei è stata una di loro. Ha avuto fortuna. Ed è durato dieci anni.”
Perché? Che cosa succede a Leonardo? Lo scoprirete solo leggendo.
“Il tempo della felicità era finito. Concluso. Esaurito.
Non sarebbe tornato più. Ma l’aveva ben saputo da sempre che la felicità non può durare in eterno. Tutto finisce a questo mondo. Già era molto che avesse avuto l’amore. Non uno qualsiasi.
Un grande amore. Un amore di quelli che da soli danno senso a una vita.
Un amore così non lo vivono mica tutte. Solo alcune privilegiate.
Lei è stata una di loro. Ha avuto fortuna. Ed è durato dieci anni.”
Perché? Che cosa succede a Leonardo? Lo scoprirete solo leggendo.
Nonostante la mancata realizzazione del suo sogno, Rosella continua la sua vita, fatta di amore, segreti, morti e nascite. Nel 1942, Rosella ha trentatre anni. L’ Italia è in
guerra da due anni. Napoli è invasa dai bombardamenti, il palazzo dove abitava
con la sua famiglia, si è lesionato. Lei, la madre, la sorella Teresa e il
marito Franco, insieme ai loro due bambini, si trasferiscono. Sarà una zia premurosa e affettuosa, in un periodo in cui dolore e morte sono all'ordine del giorno.
In questo romanzo, su tutti gli argomenti, risalta
la voglia d’amare di Rosella. Il destino vuole donarle il grande amore che ha
sempre desiderato, peccato provenga da un uomo sposato.
Perché dico “peccato”? Credo che una persona come Rosella
abbia il dovere di essere amata completamente, totalmente, eternamente.
Essere l’amante di un uomo “occupato”, limita in
tantissime situazioni la libertà di esprimere i propri sentimenti. La storia lo
dimostra, infatti.
È vero che ogni amore, ha i suoi momenti di
tristezza, di sconforto, di ripensamento. Eppure, Rosella sembra accontentarsi
delle briciole di quello che lei, ritiene un grande amore.
Appena ha visto Leonardo era certa fosse lui l’uomo
che aspettava, su questo non aveva dubbi. E se avesse sbagliato? Se avesse
sacrificato la propria vita, ai capricci di un uomo non proprio corretto?
La storia, per come è raccontata sembra non avere
dubbi sull’enormità di questo amore.
Per Leonardo la sua famiglia non costituisce un
problema vero e proprio. Sa che c’è, ma non deve interferire con il suo amore
per Rosella.
Iris è una donna materialista, che pretende l’avanzo
di carriera del marito in modo da mostrarlo alle amiche e al circolo. La sua
vita è prettamente sociale. Invece, Leonardo, lavora come medico per vocazione,
vuole aiutare le persone a guarire e del prestigio non gliene importa niente.
Rosella lo accetta per quello è: l’uomo che ama. Non
le importa se ricco, povero, prestigioso, comune, alto, basso, scapolo o
sposato.
La scrittura usa spesso termini e intercalari tipici
del dialetto napoletano. Ho notato, durante la lettura, che l’autrice ripete le
parole: non so se per uno stile personale, per rinforzare un concetto o per
distrazione. Per esempio: “Ecco che c’è: c’è che a lei, a lei Rosella,
Rosella Benvenuto ...”
Comunque, a parte questo, la voglia d’amare di
Rosella è qualcosa di particolare e prezioso. La sua storia è avvincente e
dolorosa allo stesso tempo. Anche se lei dice di aver vissuto un amore che le
ha dato felicità, io non ci credo fino in fondo. È vero che dobbiamo prendere
ciò che la vita ci dà. E se dovesse donarci un solo giorno di gioia, anziché
mille, dovremmo apprezzare quell’unico momento come qualcosa di speciale da
non dimenticare mai.
La vita piena d'amore sotto ogni forma, ma si deve fare i conti con l'ombra della morte, con la consapevolezza che tutto è precario. L'autrice ci dice che ogni istante va vissuto e apprezzato, perchè non durerà in eterno.
La vita piena d'amore sotto ogni forma, ma si deve fare i conti con l'ombra della morte, con la consapevolezza che tutto è precario. L'autrice ci dice che ogni istante va vissuto e apprezzato, perchè non durerà in eterno.
Questo ha fatto Rosella, questo ci insegna.
Giovanna Mozzillo Percopo,
napoletana, ha insegnato italiano e storia in un istituto tecnico. Ha curato il
volume Società e cultura nell’opera La Campania dal fascismo alla repubblica (Edizioni
Scientifiche Italiane, 1977). Ha pubblicato Le alghe di Posillipo (Lombardi,
1994; La Conchiglia, 2011), Tempo di cicale (Di
Mauro, 1995) e, in edizione Avagliano, Recita napoletana (1999),
da cui è stato tratto lo spettacolo Tempo scaduto, diretto e interpretato da
Gea Martire; La signorina e l’amore (2001),
finalista al premio Morante 2002; Lavinia e l’angelo custode (2003); Quell’antico amore (2004)
e La vita come un gioco (2007),
finalista al premio Melfi 2008. Collabora al “Corriere del Mezzogiorno”.
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