martedì 10 febbraio 2015

GIOVANNA MOZZILLO: LA SIGNORINA E L'AMORE - Recensione di Emme X; scheda tecnica e biografia

   VOTO 4 su 5
  SCHEDA TECNICA:
Autore: GIOVANNA MOZZILLO
Titolo: LA SIGNORINA E L’AMORE
Editore: PESCIROSSI
Data di pubblicazione: 2001
Genere: ROSA
Pagine: 368

SINOSSI:
E' la storia di un amore contrastato e struggente sullo sfondo della Napoli del fascismo e della guerra. Protagonisti ne sono Rosella, dolce e fragilissima, che tuttavia nella fedeltà alle ragioni del cuore trova il coraggio di sfidare i codici di comportamento imperanti, e Leonardo, conteso tra il desiderio di pace e tenerezza e le ambizioni professionali e mondane. Intorno ai due, una folta schiera di personaggi non convenzionali, e il vivacissimo ritratto di una borghesia arroccata nei propri privilegi, ma anche la calda spontaneità di un popolo non "omologato" e identico solo a se stesso, nel mitico incanto della città ancora intatta, con le parate di regime, le feste a Posillipo, gli echi delle guerre di Etiopia e di Spagna.

La mia recensione
La vicenda si svolge prevalentemente a Napoli, negli anni che vanno dal 1925 al 1942.
Scritto in terza persona, racconta la storia di Rosella Benevento che, all’inizio della vicenda, è un’adolescente di sedici anni.
Rosella ricorda la zia Pipina, ormai defunta, che aveva vissuto nell’attesa dell’uomo che amava e che non era più tornato. Come lei, sogna un amore grande, forte, indistruttibile. Un amore che da senso alla vita e che regala felicità.
“A lei una cosa sola importava, una cosa sola aspettava, e una cosa sola pensa: ed è il grande amore. Il grande amore che verrà. Dovrà venire. Dovrà venire e sarà un amore al massimo, un amore per la vita e per la morte, un amore eterno. Insomma, un amore come quello di zia Pipina. E come quello di Eloisa e Abelardo (…) Ecco: lei vuole amare come Eloisa. Con dedizione totale, col sacrificio di se stessa, nell’oblio del mondo intero.”
Rosella è una ragazza delicata, tranquilla e sognatrice. Ha una sorella di nome Teresa: una ragazza determinata e molto studiosa, che sa ribattere ai discorsi della vita, capace di far valere le proprie idee. Quando parla Teresa, in casa loro, nessuno la contraddice: “è come se abbia parlato lo Spirito Santo”.
Mentre Teresa si dedica allo studio con fervore, Rosella attende in grande amore: quello aspetta e per quello vive.
Quando Rosella ha ventitre anni, un nuovo inquilino si trasferisce nel palazzo insieme alla sua famiglia: lui è il medico Leonardo Pavoncelli, la moglie Iris e le due gemelline.
Ecco l’amore della vita di Rosella. L’uomo che aveva sempre aspettato. Un uomo sposato.
Lei si beava di questo amore e nient’altro chiedeva: solo di essere amata.
Leonardo le regalava sempre i cioccolatini: l’unico dono che accettava da lui e che accompagnava ogni momento del loro rapporto.
La casa che lui aveva da scapolo diventerà il loro nido d’amore, il luogo in cui incontrarsi in segreto. Leonardo le promette che la lascerà andare solo quando si accorgerà di non amarlo di più.
“Sarà il nostro amore, mio e tuo, Rosellina.”
Per Rosella inizia una nuova vita, fatta di amore segreto e bugie. Leonardo, malgrado il loro amore debba rimanere segreto, la rende felice. Lei inizia a mentire a tutti, perché nessuno deve conoscere la loro storia clandestina. Stare con lui, anche solo per un’ora, era una cosa naturale, senza imbarazzo.
Rosella, a volte, pensava di porre fine a quella storia sbagliata. Intanto, da quando conosce Leonardo si è rinvigorita e le è tornato l’appetito, mentre prima era sempre malaticcia e debole.
Quando accade che i gemelli di Leonardo si ammalano di difterite e non possono vedersi, Rosella ne soffre.
“Allora era diventata cattiva? L’amore le aveva fatto questo effetto?”
La ragazza sembra prendere coscienza del fatto che, legandosi a Leonardo, aveva fatto una cosa cattiva, sbagliata, illecita: vietata dalla Chiesa e dalla legge. Si era presa l’amore di un uomo sposato, di un padre di famiglia: era una peccatrice. Vuole rinunciare a lui per redimersi dal peccato ma, rivederlo, fa tornare tutto come prima. La differenza, però, è che Rosella ha conosciuto la precarietà del loro rapporto.
Altri avvenimenti la porteranno a dubitare sulla continuità della loro storia.
“Era vigliacca, che restava con un uomo che non era suo e aspettava un figlio dalla moglie? O era generosa e coraggiosa, mentre sopportava il disagio, la gelosia per far felice il suo amante che diceva di aver bisogno di lei?
Gli eventi continuano a seguire il loro corso e i rapporti tra marito e moglie si fanno sempre più tesi, al punto di diventare separati in casa. Quindi Leonardo inizia a portare Rosella con sé durante le sue trasferte e diceva:
“Non possiamo nasconderci tutta la vita.”
Forse il suo sogno poteva realizzarsi … forse la vita poteva donarle in maniera completa ciò che tanto aveva desiderato. Invece un destino avverso, sul più bello, le ha tolto l'unica cosa preziosa per cui aveva vissuto. 

                                  “Il tempo della felicità era finito. Concluso. Esaurito. 
  Non sarebbe tornato più. Ma l’aveva ben saputo da sempre che la felicità non può durare in eterno.           Tutto finisce a questo mondo. Già era molto che avesse avuto l’amore. Non uno qualsiasi. 
                  Un grande amore. Un amore di quelli che da soli danno senso a una vita. 
                          Un amore così non lo vivono mica tutte. Solo alcune privilegiate. 
                           Lei è stata una di loro. Ha avuto fortuna. Ed è durato dieci anni.”

Perché? Che cosa succede a Leonardo? Lo scoprirete solo leggendo.
Nonostante la mancata realizzazione del suo sogno, Rosella continua la sua vita, fatta di amore, segreti, morti e nascite. Nel 1942, Rosella ha trentatre anni. L’ Italia è in guerra da due anni. Napoli è invasa dai bombardamenti, il palazzo dove abitava con la sua famiglia, si è lesionato. Lei, la madre, la sorella Teresa e il marito Franco, insieme ai loro due bambini, si trasferiscono. Sarà una zia premurosa e affettuosa, in un periodo in cui dolore e morte sono all'ordine del giorno.

In questo romanzo, su tutti gli argomenti, risalta la voglia d’amare di Rosella. Il destino vuole donarle il grande amore che ha sempre desiderato, peccato provenga da un uomo sposato.
Perché dico “peccato”? Credo che una persona come Rosella abbia il dovere di essere amata completamente, totalmente, eternamente.
Essere l’amante di un uomo “occupato”, limita in tantissime situazioni la libertà di esprimere i propri sentimenti. La storia lo dimostra, infatti.
È vero che ogni amore, ha i suoi momenti di tristezza, di sconforto, di ripensamento. Eppure, Rosella sembra accontentarsi delle briciole di quello che lei, ritiene un grande amore.
Appena ha visto Leonardo era certa fosse lui l’uomo che aspettava, su questo non aveva dubbi. E se avesse sbagliato? Se avesse sacrificato la propria vita, ai capricci di un uomo non proprio corretto?
La storia, per come è raccontata sembra non avere dubbi sull’enormità di questo amore.
Per Leonardo la sua famiglia non costituisce un problema vero e proprio. Sa che c’è, ma non deve interferire con il suo amore per Rosella.
Iris è una donna materialista, che pretende l’avanzo di carriera del marito in modo da mostrarlo alle amiche e al circolo. La sua vita è prettamente sociale. Invece, Leonardo, lavora come medico per vocazione, vuole aiutare le persone a guarire e del prestigio non gliene importa niente.
Rosella lo accetta per quello è: l’uomo che ama. Non le importa se ricco, povero, prestigioso, comune, alto, basso, scapolo o sposato.
La scrittura usa spesso termini e intercalari tipici del dialetto napoletano. Ho notato, durante la lettura, che l’autrice ripete le parole: non so se per uno stile personale, per rinforzare un concetto o per distrazione. Per esempio: “Ecco che c’è: c’è che a lei, a lei Rosella, Rosella Benvenuto ...”
Comunque, a parte questo, la voglia d’amare di Rosella è qualcosa di particolare e prezioso. La sua storia è avvincente e dolorosa allo stesso tempo. Anche se lei dice di aver vissuto un amore che le ha dato felicità, io non ci credo fino in fondo. È vero che dobbiamo prendere ciò che la vita ci dà. E se dovesse donarci un solo giorno di gioia, anziché mille, dovremmo apprezzare quell’unico momento come qualcosa di speciale da non dimenticare mai.
La vita piena d'amore sotto ogni forma, ma si deve fare i conti con l'ombra della morte, con la consapevolezza che tutto è precario. L'autrice ci dice che ogni istante va vissuto e apprezzato, perchè non durerà in eterno.
Questo ha fatto Rosella, questo ci insegna.



Giovanna Mozzillo Percopo, napoletana, ha insegnato italiano e storia in un istituto tecnico. Ha curato il volume Società e cultura nell’opera La Campania dal fascismo alla repubblica (Edizioni Scientifiche Italiane, 1977). Ha pubblicato Le alghe di Posillipo (Lombardi, 1994; La Conchiglia, 2011), Tempo di cicale (Di Mauro, 1995) e, in edizione Avagliano, Recita napoletana (1999), da cui è stato tratto lo spettacolo Tempo scaduto, diretto e interpretato da Gea Martire; La signorina e l’amore (2001), finalista al premio Morante 2002; Lavinia e l’angelo custode (2003); Quell’antico amore (2004) e La vita come un gioco (2007), finalista al premio Melfi 2008. Collabora al “Corriere del Mezzogiorno”.

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