domenica 1 febbraio 2015

CHARLOTTE BRONTË: JANE EYRE - Recensione di EMME X; Scheda tecnica e biografia

  VOTO 5 SU 5

SCHEDA TECNICA:
Autore: CHARLOTTE BRONTE
Titolo: JANE EYRE
Genere: STORICO/BIOGRAFICO

SINOSSI
La storia romantica di una modesta e poco appariscente istitutrice che, con il suo fascino discreto e la sua forza di carattere, riesce a conquistare il tenebroso e avvenente signore di Rochester, la cui giovane figlia adottiva è affidata alle sue cure.
La mia recensione
Questo romanzo è scritto in prima persona e racconta la vita di Jane Eyre.
Orfana, viene affidata a suo zio che muore quando era ancora piccola. In punto di morte, chiede alla moglie di occuparsi della bambina come se fosse una loro figlia.
In effetti la signora Reed tiene la bambina in casa, ma non la tratta affatto come una figlia. Si limita a mantenerla e, per questo, Jane deve sopportare tutto in silenzio.
I suoi cugini, Elizabeth, John e Georgiana sono vanesi, viziati e cattivi con lei. Soprattutto John ha un atteggiamento violento nei confronti della ragazza, eppure non viene punito. Anzi, è lei a pagarne le conseguenze.
Eliza era caparbia ed egoista.
Georgiana era viziata, astiosa, pignola e insolente nei modi.
John era temuto, si rivolge a “mammina” senza rispetto … eppure era definito “un tesoro”.
Jane che stava attenta a non mettersi nei guai e faceva il suo dovere … era considerata impertinente, noiosa, chiusa e ipocrita.
“Tutti dicevano che ero cattiva, e forse lo ero davvero.”

Un giorno, dopo una severa punizione immeritata, Jane sta male. Viene chiamato il farmacista che, notando la sua infelicità, le chiede se volesse essere da un’altra parte: magari in un collegio.
Tutti continuano a dire che la signora Reed era la sua benefattrice. Ma che bene le aveva fatto?
Il 19 gennaio viene portata via da quella casa per essere accolta nel collego di Lowood. Lì fa amicizia con Helen Burns, una ragazza come lei: intelligente e curiosa che però suscita le antipatie di un’insegnante da cui è sempre vessata.
Zitta Jane! Dai troppa importanza all’amore degli esseri umani; sei troppo impulsiva, troppo appassionata.”

Le condizioni scadenti del collegio fanno ammalare e morire molte ragazze di tifo. Helen muore di tubercolosi. Il cibo è scarso e scadente, il luogo insalubre e queste eccessive morti sono segni umilianti per il signor Brocklehurst, il proprietario. Grazie alla beneficenza di diverse persone, la struttura venne sistemata e vennero adottati nuovi regolamenti più flessibili e umani. Una volta migliorato, il collegio divenne davvero un luogo di istruzione utile e nobile.
Jane rimase in quel collegio per otto anni: sei, come allieva e due come insegnante.
A quel punto, Jane desidera un po’ di libertà. Servire per servire, vuole scegliere una casa, una famiglia e insegnare. Scrive un annuncio e, dopo aver fornito le referenze, viene assunta e si trasferisce a Thornfield Hall.
A riceverla ci sarà la signora Fairefax, la governante. Il proprietario è il signor Edward Rochester.
Jane dovrà essere l’insegnante della piccola Adele. La bambina è la figlia di una donna che il signor Rochester aveva frequentato diversi anni prima. Prima ha tradito lui e, successivamente, gli ha lasciato questa bambina abbandonandola, sapendo che lui aveva i mezzi per non farle mancare nulla.

Jane si trova bene in quella casa, tutti sono affettuosi, la tengono in considerazione e l’ammirano. Nonostante questo, lei avvertiva il bisogno di fare esperienze, di conoscere altre persone per instaurare rapporti umani. Non era ingrata al bene che stava ricevendo, ma voleva sperimentare altre forme di bontà.
“In genere si suppone che le donne siano molto calme; ma le donne hanno gli stessi sentimenti degli uomini: hanno bisogno di esercitare le loro facoltà e di una palestra per i loro sforzi, al pari dei loro fratelli; soffrono per una costrizione troppo rigida, per un troppo completo ristagno esattamente come soffrirebbero gli uomini; ed è segno di ristrettezza mentale sostenere che queste creature privilegiate dovrebbero limitarsi a infornar sformati, far la calza, suonare il piano e ricamare borsette. È stupido condannarle e prendersi gioco di loro se cercano di fare e di imparare più di quanto il costume abbia stabilito necessario per il loro sesso.”
Ma vi immaginate una frase del genere, scritta nel 1847?

Comunque, torniamo al racconto. Dopo qualche tempo, conosce il suo padrone che, solitamente, non abitava lì.
Hanno modo di conversare e condividere i loro pensieri. Jane si dimostra una ragazza di diciotto anni capace di ascoltare e discutere. Fa valere i suoi pensieri e i suoi diritti senza timore. Riesce a ribattere e sa rispondere con saggezza. Il signor Rochester si mostra sempre più interessato alla ragazza, sebbene vent’anni li dividano. Lui è troppo uomo e lei troppo giovane e inesperta, ma la sua assennatezza e sincerità sono validi motivi per accorciare le distanze tra i due.

Jane non voleva umiliarsi continuando a pensarlo. Si disse:
“Tu non hai niente a che fare con il padrone di Thornfield se non per lo stipendio che lui ti dà per l’istruzione della sua protetta, ed essergli grata per il trattamento rispettoso e umano che, compiendo il tuo dovere, hai il diritto di aspettarti. Sta pur sicura che questo è l’unico legame che egli riconosce tra te e lui, non farne dunque l’oggetto dei tuoi sentimenti più delicati, delle tue estasi, delle tue angosce e così via. Lui non è della tua classe; e tu attieniti alla tua condizione e abbi troppo rispetto per te stessa per prodigare l’affetto di tutto il tuo cuore, della tua anima, delle tue energie là dove questi doni non sono richiesti e potrebbero essere disprezzati.”
Jane stava già pensando di trovarsi un altro lavoro. Da questo momento in poi iniziano ad accadere diverse situazioni più o meno piacevoli e sorprendenti. Un po’ di mistero aleggia nell’aria. Sentimenti puri e sconosciuti cominciano a insinuarsi tra Jane e il suo padrone.
Jane vive soprattutto per se stessa. È capace di rinunciare a qualunque cosa, ma mai al rispetto di se stessa, alle sue esigenze, ai suoi desideri. Non è una persona che scende a compromessi: è determinata.
Nella sua vita - iniziata male - c’è un attimo di ripresa, poi  un crollo e ancora la risalita. Avrà modo di incontrare diverse persone, alcune buone, altre cattive. È sempre capace di dispensare consigli e , comportandosi bene, riesce a ottenere l’ammirazione di diverse persone. Alcune scelte saranno difficili, ne soffrirà e non solo lei.
“Avevo deciso di non amarlo; il lettore sa che avevo fatto di tutto per estirpare dal mio animo i germi di un amore appena scoperto; e adesso, al primo nuovo incontro con lui, essi tornavano spontaneamente più vivi e più forti! Egli mi costringeva ad amarlo senza guardarmi.”
Mi piace quando, l’autrice – e la protagonista – si rivolgono al lettore. Ti senti parte della storia, più di quanto la storia stessa non riesca a fare.
“Gentile lettore, possa tu non provare mai quello che provai allora! Possano i tuoi occhi non versar mai quel diluvio di lacrime, strappate dal cuore, che versarono i miei. Possa tu non dover mai rivolgere al cielo preghiere così disperate e angosciose come quelle che sfuggirono ora dalle mie labbra; possa non dover mai temere di essere, come me, lo strumento della rovina di colui che soprattutto ami.”
Alla fine c’è una sorta di prologo non dichiarato. Jane racconta la sua attuale situazione e quella di alcuni altri protagonisti che hanno fatto parte della sua storia, della sua vita.






Considero questo romanzo molto moderno, sebbene scritto nel lontano 1847. Sia le parole sia i pensieri e i ragionamenti sono attuali. La storia è molto coinvolgente. Jane suscita pena già dalle prime pagine. A volte non ho condiviso le sue scelte. Il suo carattere forte e la sua ricerca spasmodica di approvazione e affetto sono parti fondamentali del suo essere.
I personaggi sono descritti fin nei minimi dettagli, eppure l'armonia dello stile rende la lettura scorrevole e appassionante.
Il carattere di Jane Eyre la rende una persona visibile: ne percepisci la sofferenza, la vivacità, l'intelligenza, la tristezza e tutti gli stati d'animo che riesce a vivere. Non c'è un suo sentimento che non venga a bussare al tuo cuore di lettore.
Per certi versi è anche caparbia, sfrontata ma non cattiva. Queste qualità l'aiuteranno a non abbattersi e, qualora dovesse cadere, ad alzarsi e continuare a lottare a testa alta.
Pur essendo di genere storico e biografico –  che solitamente non leggo – ho trovato questo romanzo molto contemporaneo. La vita stessa dell’autrice è vissuta in “libertà”, nel senso che ha studiato, ha viaggiato, ha lavorato e non è stata a casa a “fare la calza”.
Alcuni aspetti della vita “inventata” di Jane rispecchiano la realtà di Charlotte. Entrambe sono state accolte in un collegio, hanno lavorato come istitutrici meritandosi il rispetto da chi le ha conosciute.
Premesso che il mio romanzo preferito è Cime tempestose, scritto dalle sorelle Brontë, non potevo farmi mancare un altro classico passionale e fortemente emozionante scritto da Charlotte.


BIOGRAFIA
Charlotte Brontë  (Thornton, 21 aprile 1816  Haworth, 31 marzo 1855) è stata una scrittrice inglese, la maggiore di età tra le tre sorelle Brontë, i romanzi delle quali sono diventati dei classici della letteratura inglese.
Figlia di un ecclesiastico irlandese, nel 1820 si stabilì con la famiglia a Haworth, nella regione delle brughiere. Fin dall’infanzia Charlotte, lasciata sovente a se stessa, insieme con le sorelle Emily e Anne e al fratello Branwell, creò con loro un mondo immaginario, sul quale i ragazzi costruirono complicati cicli di storie infantili. Studiò in modo irregolare presso due collegi, nel secondo dei quali tornò poi come insegnante dal 1835 al 1838. Dopo aver lavorato per un breve periodo come istitutrice, si recò a Bruxelles e qui, nel 1843, insegnò in una scuola. Tornata a Haworth, nel 1854 sposò il coadiutore del padre, A.B. Nicholls, e cominciò a scrivere romanzi: il primo, Il professore (The professor), fu pubblicato solo nel 1859, mentre il secondo, Jane Eyre* (1847), ebbe un successo immediato: ma parte della critica restò scandalizzata dalla descrizione della passione amorosa della protagonista, una donna rispettabile. Seguirono Shirley (1849) e Villette (1852), quest’ultimo, come Il professore, parzialmente autobiografico. Jane Eyre, il suo romanzo più noto, possiede un indubbio vigore melodrammatico, che l’autrice trasse dalle sue stesse frustrazioni e fantasticherie.
La grande scrittrice morì il 31 marzo 1855, a seguito di un'affezione polmonare dopo essere stata costretta a letto per disturbi legati alla gravidanza; venne sepolta accanto agli altri membri della sua famiglia sotto il pavimento della chiesa di Haworth.

Terminava così il suo desiderio di vita normale appena intrapreso, legato alla famiglia e ai figli, senza più alcuna velleità artistica.

Nessun commento:

Posta un commento

E' vietata la pubblicazione e la distribuzione dei contenuti non autorizzata dall'autore.
copyright © 2014 by Emme X.