SCHEDA TECNICA:
Autore: CHARLOTTE BRONTE
Titolo: JANE EYRE
Genere: STORICO/BIOGRAFICO
SINOSSI
La storia romantica di una
modesta e poco appariscente istitutrice che, con il suo fascino discreto e la
sua forza di carattere, riesce a conquistare il tenebroso e avvenente signore
di Rochester, la cui giovane figlia adottiva è affidata alle sue cure.
La mia recensione
Questo romanzo è scritto in prima persona e racconta la vita
di Jane Eyre.
Orfana, viene affidata a suo zio che muore quando era ancora
piccola. In punto di morte, chiede alla moglie di occuparsi della bambina come
se fosse una loro figlia.
In effetti la signora Reed tiene la bambina in casa, ma non
la tratta affatto come una figlia. Si limita a mantenerla e, per questo, Jane
deve sopportare tutto in silenzio.
I suoi cugini, Elizabeth, John e Georgiana sono vanesi,
viziati e cattivi con lei. Soprattutto John ha un atteggiamento violento nei
confronti della ragazza, eppure non viene punito. Anzi, è lei a pagarne le
conseguenze.
Eliza era caparbia ed egoista.
Georgiana era viziata, astiosa, pignola e insolente nei
modi.
John era temuto, si rivolge a “mammina” senza rispetto …
eppure era definito “un tesoro”.
Jane che stava attenta a non mettersi nei guai e faceva il
suo dovere … era considerata impertinente, noiosa, chiusa e ipocrita.
“Tutti dicevano che ero cattiva, e forse lo ero
davvero.”
Un giorno, dopo una severa punizione immeritata, Jane sta
male. Viene chiamato il farmacista che, notando la sua infelicità, le chiede se
volesse essere da un’altra parte: magari in un collegio.
Tutti continuano a dire che la signora Reed era la sua
benefattrice. Ma che bene le aveva fatto?
Il 19 gennaio viene portata via da quella casa per essere
accolta nel collego di Lowood. Lì fa amicizia con Helen Burns, una ragazza come
lei: intelligente e curiosa che però suscita le antipatie di un’insegnante da
cui è sempre vessata.
“Zitta Jane! Dai
troppa importanza all’amore degli esseri umani; sei troppo impulsiva, troppo
appassionata.”
Le condizioni scadenti del collegio fanno ammalare e morire
molte ragazze di tifo. Helen muore di tubercolosi. Il cibo è scarso e scadente,
il luogo insalubre e queste eccessive morti sono segni umilianti per il signor
Brocklehurst, il proprietario. Grazie alla beneficenza di diverse persone, la
struttura venne sistemata e vennero adottati nuovi regolamenti più flessibili e
umani. Una volta migliorato, il collegio divenne davvero un luogo di istruzione
utile e nobile.
Jane rimase in quel collegio per otto anni: sei, come allieva
e due come insegnante.
A quel punto, Jane desidera un po’ di libertà. Servire per
servire, vuole scegliere una casa, una famiglia e insegnare. Scrive un annuncio
e, dopo aver fornito le referenze, viene assunta e si trasferisce a Thornfield
Hall.
A riceverla ci sarà la signora Fairefax, la governante. Il proprietario è
il signor Edward Rochester.
Jane dovrà essere l’insegnante della piccola Adele. La
bambina è la figlia di una donna che il signor Rochester aveva frequentato
diversi anni prima. Prima ha tradito lui e, successivamente, gli ha lasciato
questa bambina abbandonandola, sapendo che lui aveva i mezzi per non farle
mancare nulla.
Jane si trova bene in quella casa, tutti sono affettuosi, la
tengono in considerazione e l’ammirano. Nonostante questo, lei avvertiva il bisogno
di fare esperienze, di conoscere altre persone per instaurare rapporti umani.
Non era ingrata al bene che stava ricevendo, ma voleva sperimentare altre forme
di bontà.
“In genere si suppone che le donne siano molto
calme; ma le donne hanno gli stessi sentimenti degli uomini: hanno bisogno di
esercitare le loro facoltà e di una palestra per i loro sforzi, al pari dei
loro fratelli; soffrono per una costrizione troppo rigida, per un troppo
completo ristagno esattamente come soffrirebbero gli uomini; ed è segno di
ristrettezza mentale sostenere che queste creature privilegiate dovrebbero
limitarsi a infornar sformati, far la calza, suonare il piano e ricamare
borsette. È stupido condannarle e prendersi gioco di loro se cercano di fare e
di imparare più di quanto il costume abbia stabilito necessario per il loro
sesso.”
Ma vi immaginate una frase del genere, scritta nel 1847?
Comunque, torniamo al racconto. Dopo qualche tempo, conosce
il suo padrone che, solitamente, non abitava lì.
Hanno modo di conversare e condividere i loro pensieri. Jane
si dimostra una ragazza di diciotto anni capace di ascoltare e discutere. Fa
valere i suoi pensieri e i suoi diritti senza timore. Riesce a ribattere e sa
rispondere con saggezza. Il signor Rochester si mostra sempre più interessato
alla ragazza, sebbene vent’anni li dividano. Lui è troppo uomo e lei troppo
giovane e inesperta, ma la sua assennatezza e sincerità sono validi motivi per
accorciare le distanze tra i due.
Jane non voleva umiliarsi continuando a pensarlo. Si disse:
“Tu non hai niente a che fare con il padrone di
Thornfield se non per lo stipendio che lui ti dà per l’istruzione della sua
protetta, ed essergli grata per il trattamento rispettoso e umano che,
compiendo il tuo dovere, hai il diritto di aspettarti. Sta pur sicura che
questo è l’unico legame che egli riconosce tra te e lui, non farne dunque
l’oggetto dei tuoi sentimenti più delicati, delle tue estasi, delle tue angosce
e così via. Lui non è della tua classe; e tu attieniti alla tua condizione e
abbi troppo rispetto per te stessa per prodigare l’affetto di tutto il tuo
cuore, della tua anima, delle tue energie là dove questi doni non sono
richiesti e potrebbero essere disprezzati.”
Jane stava già pensando di trovarsi un altro lavoro. Da
questo momento in poi iniziano ad accadere diverse situazioni più o meno
piacevoli e sorprendenti. Un po’ di mistero aleggia nell’aria. Sentimenti puri
e sconosciuti cominciano a insinuarsi tra Jane e il suo padrone.
Jane vive soprattutto per se stessa. È capace di rinunciare
a qualunque cosa, ma mai al rispetto di se stessa, alle sue esigenze, ai suoi
desideri. Non è una persona che scende a compromessi: è determinata.
Nella sua vita - iniziata male - c’è un attimo di ripresa,
poi un crollo e ancora la risalita. Avrà
modo di incontrare diverse persone, alcune buone, altre cattive. È sempre
capace di dispensare consigli e , comportandosi bene, riesce a ottenere
l’ammirazione di diverse persone. Alcune scelte saranno difficili, ne soffrirà
e non solo lei.
“Avevo deciso di non amarlo; il lettore sa che
avevo fatto di tutto per estirpare dal mio animo i germi di un amore appena
scoperto; e adesso, al primo nuovo incontro con lui, essi tornavano
spontaneamente più vivi e più forti! Egli mi costringeva ad amarlo senza
guardarmi.”
Mi piace quando, l’autrice – e la protagonista – si
rivolgono al lettore. Ti senti parte della storia, più di quanto la storia
stessa non riesca a fare.
“Gentile lettore, possa tu non provare mai
quello che provai allora! Possano i tuoi occhi non versar mai quel diluvio di
lacrime, strappate dal cuore, che versarono i miei. Possa tu non dover mai
rivolgere al cielo preghiere così disperate e angosciose come quelle che
sfuggirono ora dalle mie labbra; possa non dover mai temere di essere, come me,
lo strumento della rovina di colui che soprattutto ami.”
Alla fine c’è una sorta di prologo non dichiarato. Jane
racconta la sua attuale situazione e quella di alcuni altri protagonisti che
hanno fatto parte della sua storia, della sua vita.
Considero questo romanzo molto moderno, sebbene scritto nel lontano
1847. Sia le parole sia i pensieri e i ragionamenti sono attuali. La storia è
molto coinvolgente. Jane suscita pena già dalle prime pagine. A volte non ho
condiviso le sue scelte. Il suo carattere forte e la sua ricerca spasmodica di
approvazione e affetto sono parti fondamentali del suo essere.
I personaggi sono descritti fin nei minimi dettagli, eppure l'armonia dello stile rende la lettura scorrevole e appassionante.
Il carattere di Jane Eyre la rende una persona visibile: ne percepisci la sofferenza, la vivacità, l'intelligenza, la tristezza e tutti gli stati d'animo che riesce a vivere. Non c'è un suo sentimento che non venga a bussare al tuo cuore di lettore.
Per certi versi è anche caparbia, sfrontata ma non cattiva. Queste qualità l'aiuteranno a non abbattersi e, qualora dovesse cadere, ad alzarsi e continuare a lottare a testa alta.
Pur essendo di genere storico e biografico – che
solitamente non leggo – ho trovato questo romanzo molto contemporaneo. La vita
stessa dell’autrice è vissuta in “libertà”, nel senso che ha studiato, ha
viaggiato, ha lavorato e non è stata a casa a “fare la calza”.
Alcuni aspetti della vita “inventata” di Jane rispecchiano
la realtà di Charlotte. Entrambe sono state accolte in un collegio, hanno
lavorato come istitutrici meritandosi il rispetto da chi le ha conosciute.
Premesso che il mio romanzo preferito è Cime tempestose, scritto dalle sorelle Brontë, non potevo farmi
mancare un altro classico passionale e fortemente emozionante scritto da
Charlotte.
BIOGRAFIA
Charlotte
Brontë (Thornton, 21 aprile 1816 – Haworth, 31 marzo 1855)
è stata una scrittrice inglese, la maggiore di età tra le
tre sorelle Brontë, i romanzi delle quali sono diventati
dei classici della letteratura inglese.
Figlia di un
ecclesiastico irlandese, nel 1820 si stabilì con la famiglia a Haworth, nella
regione delle brughiere. Fin dall’infanzia Charlotte, lasciata sovente a se
stessa, insieme con le sorelle Emily e Anne e al fratello Branwell, creò con
loro un mondo immaginario, sul quale i ragazzi costruirono complicati cicli di
storie infantili. Studiò in modo irregolare presso due collegi, nel secondo dei
quali tornò poi come insegnante dal 1835 al 1838. Dopo aver lavorato per un
breve periodo come istitutrice, si recò a Bruxelles e qui, nel 1843, insegnò in
una scuola. Tornata a Haworth, nel 1854 sposò il coadiutore del padre, A.B.
Nicholls, e cominciò a scrivere romanzi: il primo, Il professore (The
professor), fu pubblicato solo nel 1859, mentre il secondo, Jane
Eyre* (1847), ebbe un successo immediato: ma parte della critica restò scandalizzata
dalla descrizione della passione amorosa della protagonista, una donna
rispettabile. Seguirono Shirley (1849) e Villette (1852),
quest’ultimo, come Il professore, parzialmente
autobiografico. Jane Eyre, il suo romanzo più noto, possiede un indubbio
vigore melodrammatico, che l’autrice trasse dalle sue stesse frustrazioni e
fantasticherie.
La grande scrittrice morì il 31
marzo 1855, a seguito di un'affezione polmonare dopo essere stata costretta a
letto per disturbi legati alla gravidanza; venne sepolta accanto agli altri
membri della sua famiglia sotto il pavimento della chiesa di Haworth.
Terminava così il suo desiderio
di vita normale appena intrapreso, legato alla famiglia e ai figli, senza più
alcuna velleità artistica.
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